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Pianosa, il carcere e l'esempio (sbagliato) di Gorgona, l'isola proibita

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 26 marzo 2012

Pianosa il carcere e l’esempio (sbagliato) di Gorgona, l’isola proibita Dopo aver prospettato la riapertura del carcere speciale per mafiosi a Pianosa il ministro della Giustizia Paola Severino sembra rivedere la sua azzardata ipotesi prospettata incautamente solo pochi giorni fa alla Commissione antimafia e, dopo essere stata sepolta da critiche da destra e sinistra sugli enormi costi economici e gestionali che questo comporterebbe, ieri ha detto durante l'inchiesta di Speciale Tg1 dedicata all'emergenza carceri: «Tra un pensierino e la decisione di riaprire queste carceri ci passa una bella distanza, ci passeranno delle verifiche. Io vorrei verificare la situazione dell'Asinara e di Pianosa, non perché necessariamente debbano essere riaperti ai 41bis, ma perché, per esempio, potrebbero essere dei luoghi per degli esperimenti che tengano conto anche dell'aspetto ambientale. Noi abbiamo già un esperimento isolano molto importante che è quello della Gorgona nella quale alcuni detenuti lavorano sul territorio per proteggere l'ambiente, per tutelarlo, per dare una mano in senso attivo alla protezione di ciò che li circonda. Ecco, se fosse possibile ripetere questo esperimento, perché chiudersi prima ancora di aver verificato?». Una bella marcia indietro, visto che un groppo di detenuti a Pianosa ci sono già, ma che non tiene conto di diverse cose: il Piano del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, il numero massimo di visitatori/residenti ammesso a Pianosa (250 attualmente, 450 con le fogne e l’acqua e il recupero degli immobili che non ci sono) e che soprattutto fa un esempio che non sembra più calzante: quello dell’isola di Gorgona, sempre nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Infatti, dopo le segnalazioni di abusi e comportamenti non proprio consoni alla presenza di un Parco degli anni passati, in molti a Livorno, dalla quale l’isola dipende territorialmente ed amministrativamente, e nell’Arcipelago Toscano si pongono con curiosità e qualcuno con preoccupazione, una domanda: che fine hanno fatto le attività di visita all'isola di Gorgona? Visto che l'isola carcere presentata come modello da seguire è l'unica di tutto dell'Arcipelago (Montecristo compresa) dove da tempo non si effettuano attività di fruizione eco-turistica. Ma come è nata e si è evoluta l'attività di visita all'isola? e quali le ragioni della presente empasse? Dalla metà degli anni '80 esisteva un servizio che consentiva ai cittadini, in numero contingentato, di visitare la più piccola isola del Parco nazionale. Guide esperte, qualificate ed appassionate, in accordo con la Circoscrizione 2 del Comune di Livorno, permettevano ai visitatori di scoprire l'isola attraverso programmi di escursionismo terrestre e marino, in visite giornaliere e anche con soggiorni. Con la istituzione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, le attività sono proseguite senza soluzione di continuità, in accordo e con il patrocinio dell'Ente. E oggi? Dall'autunno 2010 le visite sono state ufficialmente interrotte in attesa di una determinazione più precisa delle modalità di visita e condivisa tra Parco, Comune di Livorno e Amministrazione Penitenziaria, ma l'accordo non è stato ancora siglato e le visite sono ancora sospese. L'impressione che da più parti si ha, è che il Comune di Livorno, che con l'istituzione del Parco Nazionale si era progressivamente disinteressato delle attività sull'isola di Gorgona, adesso rivendichi un ruolo che in effetti non ha, cercando di scavalcare il Parco (che appare preoccupantemente rinunciatario) nella gestione completa delle visite guidate e modificando una situazione che ben funzionava. Il servizio di visita organizzato e condotto per tanti anni da una Cooperativa ambientale, che agiva da collegamento tra Parco e isola, assicurava infatti un controllo puntuale e consentiva a chiunque (gruppi organizzati da agenzie turistiche, singoli cittadini, associazioni, scuole) di recarsi sull'isola, gestendo con regolarità una attività altamente qualificata e apprezzata, con la garanzia di un corretto rispetto delle regole vigenti in un ambiente così delicato (isola-Parco) e talvolta anche molto difficile con cui interloquire (isola-carcere). Ma non solo. Le attività di turismo culturale della cooperativa erano funzionali rispetto ai valori di conoscenza e tutela dell'ambiente portati avanti dalla cooperativa stessa, con prestigiose collaborazioni: vale la pena di ricordare il grande patrimonio culturale, di ricerca scientifica e storico-archeologica, che ha comportato in questi decenni e raccolto in numerose pubblicazioni e libri che hanno consentito all'Isola di Gorgona di essere diffusamente più conosciuta e più apprezzata. La situazione che si è creata nell'ultimo anno e mezzo ha invece avuto come risultati la interruzione di questi servizi e oltretutto la apertura a soggetti non sempre sembrano altrettanto qualificati che hanno svolto attività non propriamente “regolari” sull'isola e che, in ogni caso, sembrano essere svolte fuori da ogni controllo del Parco. Come si vede quello che il ministro Severino chiama «Esperimento isolano molto importante» di fatto non esiste più ed è preoccupante che nessuno la abbia informata. E’ Gorgona che dovrebbe ri-imparare da Pianosa, dove il turismo contingentato è arrivato grazie all’istituzione del Parco ed alla chiusura del carcere, e non viceversa... Ed è abbastanza incredibile che uno Stato che ha abbandonato le strutture carcerarie e l’enorme patrimonio edilizio di Pianosa al degrado se ne ricordi solo per questo continuo ed ormai stucchevole stop-and-go carcerario che dobbiamo subire ad ogni rinnovo di ministro. Quale sarà il futuro di quello che era il “modello” Gorgona”? La primavera è già iniziata, ma ancora non si parla di ripresa delle attività. Sulle altre isole studenti e turisti già imparano a conoscere e amare il nostro arcipelago, e tra poco il Walking Festival permetterà gratuitamente a tutti di scoprire le sue meraviglie. Gorgona rimarrà esclusa di nuovo da tutto questo? Si può ancora sperare che le parti, nel ruolo delle proprie competenze, giungano ad un accordo che valorizzi, e non annienti, ciò che di buono è stato fatto, per l'isola e per i cittadini, in questi lunghi anni?


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