Si è conclusa il 21 Marzo, con il deferimento di 13 persone all’Autorità Giudiziaria, l’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno, con la collaborazione dei colleghi di Portoferraio, che ha portato alla luce una complessa attività finalizzata a sottrarre denaro alla Società Enel, manipolando i contatori. Circa un anno fa, all’Enel si sono accorti, in sede di verifiche, che i consumi di energia elettrica di un bar dell’Elba erano crollati del 60%. Una contrazione così improvvisa e inspiegabile ha suscitato i loro sospetti, per cui hanno sostituto il contatore in questione, pensando ad un guasto tecnico. Da una verifica è emerso che il contatore era stato invece manomesso, affinché riportasse un consumo inferiore all’attuale. Di lì a poco altre due utenze dell’Isola hanno manifestato lo stesso fenomeno. A questo punto la Società elettrica si è rivolta ai carabinieri, i quali hanno iniziato gli accertamenti del caso. I primi riscontri hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti: un referente contattava i possibili utenti interessati e, spacciandosi per rappresentante di una Società concorrente, proponeva un contratto a condizioni vantaggiose, previo pagamento di una somma, di solito oscillante fra i 500 ed i 1000 euro, in base ai consumi effettuati. Questo, ovviamente, quando il cliente era in buona fede. In altri casi, quando cioè non c’era bisogno di perdere tempo con simili argomentazioni, si passava alla proposta vera e propria di manomettere il contatore. Ottenuto il consenso dell’utente, il referente chiamava i “tecnici”, una coppia di napoletani, che, con grande professionalità, praticavano sul contatore un minuscolo forellino con un trapano, toccando l’ingranaggio che sul display indica il consumo. In pratica, con questo intervento era come se il tachimetro di un’auto indicasse una velocità inferiore a quella effettiva e il contachilometri un percorso minore di quello effettuato. Il forellino veniva fatto in corrispondenza di un punto o una lettera, comunque in una zona in cui era difficile da individuare e, una volta praticato, era coperto con una lacca bianca che asciugava immediatamente. Quando i militari dell’Elba si sono resi conto che l’attività andava oltre i confini isolani, si sono rivolti ai colleghi di Livorno, che hanno esteso l’indagine sulla terraferma. Lo scorso 14 dicembre i due tecnici partenopei sono stati arrestati in flagranza di manomissione di un contatore di un esercizio commerciale di Livorno. Insieme a loro sono stati denunciati, per concorso in furto di energia elettrica, i due titolari. Le successive verifiche hanno fatto emergere uno scenario più complesso di quanto inizialmente immaginato, con ramificazioni anche in altre regioni. Oltre ai due napoletani, arrestati in flagranza, sono stati denunciati, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, due elbani ed un frusinate. Vagliate le posizioni dei “clienti” e scartate quelle dei soggetti che ignoravano l’avvenuta manomissione del proprio contatore ed erano quindi in buona fede, sono stati denunciati per concorso in furto aggravato un bolognese, due torinesi, un grossetano e due elbani. Dai primi accertamenti, la somma sottratta alle casse dell’Enel si aggirerebbe sui 20 mila euro, ma, se il giro non fosse stato stroncato tempestivamente, sarebbe stata ben maggiore.
Contatore Enel