Torna indietro

A sciambere del latino piaggese

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 19 marzo 2012

“Ubi maior minor cessat, talis pater talis filius, motu proprio, ad maiora……” l'esilarante "Vademecum Tango" dei Gobbi, che avevano composto addirittura tutto il testo di una canzone "zeppando" alla rinfusa qualche dozzina di (dozzinali) citazioni latine, ci è tornata in mente a leggere l'aulicissimo "incipit" della ultima nota di quella che nella Cina ancora maoista sareble stata definità "la banda - absit iniuria verbo - dei quattro" alias la giunta disgiunta dal sindaco piaggese: un plautino "Sapiens fingit fortunam sibi" (il saggio si plasma la fortuna da solo), che francamente ci pareva un poco sovradimensionata rispetto alle questioni per cui i maggiorenti piaggesi e mardolai si stanno accapigliando. Ci è venuto da pensare ad una possibile replica della Mancuso con una equipollente (un po' più elegante) "homo faber ipsius fortunae" (l'uomo (è, sottointeso) l'artefice del proprio destino) di Appio Claudio Cieco o con la simile e più nota "Faber est suae quisque fortunae" di Sallustio. E continuando a cazzeggiare, perchè non pensare che anche l'annuciata per domani magna pugna (o pugnetta?) del chiarimento a Rio Marina si risolva in una elegante schermaglia in latino, per esempio col Fortunati che inizia severamente ciceroniano "Quousque tandem abutere, Paolina, patientia nostra?" e la sindaca che ammonisce evangelicamente: "Noli me tangere!" et cetera . Terminiamo per non tediare ulteriormente con le nostre bischerate il lettore, non senza prima, vista l'aria, anche noi aver "sentenziato", magari in stile un po' meno paludato, ma con una locuzione che renda bene l'idea della vicenda e dei sentimenti che provoca in noi ed in altri che abbiamo consultato. Ecco ci pare che potremmo acconciamente chiudere con un:"Che tòpa Cateri'!!!"


latinus quadro medioevo

latinus quadro medioevo