Torna indietro

A volte ritornano; l’urbanistica contrattata

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 17 marzo 2012

Dunque l’urbanistica contrattata come è stato scritto è terreno di scontro nel Pd in cerca di una identità. Ricordo che lo fu e non solo per un partito (il Pd manco c’era) per i danni che aveva prodotto specie nelle città e su cui malgrado le roventi denunce naufragò l’ennesimo tentativo di fare approvare finalmente una nuova legge urbanistica. Seguirono piani casa, abusivismo e condoni. Ora in Toscana si torna a discuterne dopo la legge del 2005, il PIT, i disastri alluvionali e i non pochi fronti caldi che da tempo rinfocolano polemiche dalla Tirrenica a Rimigliano, alla Piana etc etc. Registriamo anche singolari impegni come quello di non costruire più nelle golene visti i danni che ne derivano che la legge però vieta già da tempi lontani ma evidentemente dimenticati. Lasciando quindi per un momento da parte le recenti polemiche postprocessuali fiorentine sulla contrattazione, mi chiedo se e come si intende dare seguito agli impegni assunti dalla nuova giunta regionale di rivedere -e non per finta- il PIT ed anche di provvedere al rinnovo di leggi come quella regionale sui parchi che proprio in riferimento al ruolo della pianificazione presenta aspetti da rivedere. La Facoltà di Archiettura dell’Università di Firenze ha da tempo presentato le osservazioni e proposte sul PIT richiestegli dalla Giunta regionale. Quel documento riconduce e recupera la trama e le relazioni territoriali della Toscana non riconducibili unicamente al ruolo dei comuni ma a quella scala in cui si ritrovano con i bacini, i parchi e le aree protette e l’ente intermedio ora boccheggiante quei livelli di ‘adeguatezza e giustezza’ richiesti dalla legge ma assai poco rispettati. Alla luce di queste sommarie e non nuove annotazioni colpisce che, ad esempio, la vicenda della Val di Cornia ( dove stando alle decisioni del passato consiglio regionale doveva essere istituito il quarto parco regionale) l’ennesima e vivacissima polemica attenga unicamente alle procedure su cui regione e livelli locali non la vedrebbero proprio allo stesso modo. Eppure si tratta di ambienti di straordinario pregio dove il tipo di intervento e i volumi contano pur qualcosa. Quello è già passato agli atti e in giudicato? Può darsi che sia così ma colpisce ugualmente dati i tempi e i guai che registriamo anche da quelle parti come in altre aree contigue e non, che le cronache non ne facciano più neppure parola. Si torna così a quell’esigenza che le tante e diverse situazioni toscane ritrovino una matrice regionale affidabile.


Ecomostro procchio carta zone esondabili

Ecomostro procchio carta zone esondabili