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Banfi, Presidente PNAT: con il fuoco non si scherza - Commento di Elbareport

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : domenica, 11 marzo 2012

Isola d'Elba: Gli ultimi eventi testimoniano che il territorio è già in condizioni di rischio per lo sviluppo di incendi boschivi. L'incendio di ieri 9 marzo 2012 nei pressi di Bagnaia (Comune di Portoferraio-Rio nell’Elba) segue a poco più di una settimana l'evento che ha interessato l'importante zona umida di Mola (Comune di Capoliveri), entrambi entro i confini del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Il recente caso, fortunatamente circoscritto ad una superficie modesta di macchia mediterranea e pineta percorsi dal fuoco (poco meno di un ettaro, secondo la stima dei tecnici) per l'intervento tempestivo delle squadre a terra e dell'elicottero antincendio della Regione Toscana, dimostra che una combinazione di condizioni meteo sfavorevoli (vento e siccità persistenti) e di comportamenti umani superficiali ed imprudenti possono mettere in pericolo sia l'ambiente naturale protetto che la sicurezza dei cittadini e dei loro beni. Come per l'evento di Mola infatti, le indagini del Corpo Forestale dello Stato, cui spetta il compito di condurre gli accertamenti inerenti i reati di incendio boschivo e più in generale di assicurare la vigilanza all'interno dei Parchi Nazionali, sono orientate ad attribuire la causa scatenante dell'incendio all'abbruciamento incontrollato di residui di potature ed altre operazioni di manutenzione e "pulizia" in ambito agricolo/forestale. Ciò attesta che non vi è volontà di colpire intenzionalmente il patrimonio naturale e boschivo protetto, ma piuttosto una imperdonabile mancanza di attenzione e di rispetto per le regole che stabiliscono divieti e stringenti misure precauzionali da adottare nell'esecuzione dei lavori di smaltimento dei residui vegetali. In particolare, si ricorda che in tutto il territorio del Parco Nazionale è vietato l'uso di fuochi all'aperto e che la Legge Forestale regionale stabilisce norme di massima precauzione per l'accensione di fuochi valide per il restante territorio dell'Isola. Chi provoca incendi anche se per cause colpose, come nei casi considerati, commette un reato contro la pubblica incolumità severamente punito dal codice penale e può essere obbligato al risarcimento dei danni provocati alle parti lese (cittadini ed enti pubblici, quali il Parco Nazionale, colpiti nei loro beni ed interessi), oltre a mettere in atto comportamenti che incidono negativamente sulla qualità della vita e sul benessere di tutti. L'Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed il Corpo Forestale dello Stato si appellano pertanto alla cittadinanza perchè eviti nella maniera più assoluta di intraprendere qualsiasi azione o comportamento che possa costituire un rischio per lo sviluppo di incendi, in particolare in concomitanza di condizioni meteo-climatiche favorevoli all'insorgenza di eventi come quelli che hanno distrutto porzioni di territorio elbano preziose per il loro valore ambientale, paesaggistico e di fruizione turistica. Angelo Banfi Presidente PNAT - Clara D'Arcangelo Coordinatore CFS-CTA La nota congiunta del PNAT e dell'organo deputato alle indagini sul fronte degli incendi ci lascia, pur nel profondo rispetto dei ruoli e delle competenze tecniche di chi l'ha stesa, non poco perplessi. L'incendio di Mola non è infatti il primo, ma solo l'ultimo di una lunga serie che ha colpito quell'area. Questo è un fatto così come è un fatto che prima e dopo quegli episodi (comunque delittuosi) si sono esplicitate sugli organi di informazione locali attacchi al parco per la sua gestione di quella porzione territoriale, sinistri sbeffeggiamenti di chi denunciava i gravi danni floro-faunistici che i ripetuti episodi . Quindi, l'abnorme frequenza in situ degli incendi, il fatto, che l'ultimo abbia "casualmente" danneggiato irreparabilemente delle strutture del PNAT, così come l'evidenza che altri luoghi diverse strutture del parco (segnaletica, chiusini per la trappolazione di ungulati, attrezzature dei punti panoramici) siano state ripetutamente e volontariamente distrutte e/o sabotate (a meno che non si voglia pensare ad un uso "colposo" quindi involontario, di motoseghe), continuano, al di là di ogni rassicurazione anche grassettata, ad inquietarci. Banfi ed i suoi collaboratori forse perseguivano con questa nota i lodevoli obbiettivi di tranquillizzare la comunità isolana, ed allo stesso tempo ammonirla a non indulgere in atti rischiosi, può essere anche che essa abbia risentito della "linea", di tenere basso il tono di denuncia dei genuini incendiari che ci sono stati (come ormai anche giudizialmente appurato), e che con tutta probabilità ci sono ancora, per non gratificare la loro aberrata psiche facendone dei personaggi, (atteggiamento questo comunquee discutibile per i pro e i contro), ma il quadro che propongono non ci convince. Secondo la nota nel caso di Mola qualcuno avrebbe proceduto "all'abbruciamento incontrollato di residui di potature ed altre operazioni di manutenzione e "pulizia" in ambito agricolo/forestale". Se si segue questo filo delle due una: - il materiale abbruciato derivava dalla stessa area protetta, e fatichiamo a pensare che qualcuno che ha proprietà da quelle parti sia così stupido e disinformato da rendersi responsabile di un'azione rischiosa, vietatissima e comportante sanzioni severissime; - il materiale abbruciato proveniva da una zona diversa dall'area protetta e fatichiamo ancor di più ad ipotizzare la figura di tale "genio" trasportatore ed abbruciatore in trasferta, che di reati ne avrebbe commessi pure qualcuno di più. Restiamo sempre pronti comunque fare ammenda, in caso di felice compimento delle indagini, con la individuazione del o dei responsabili, e va da sé che preferiremmo aver sbagliato la nstra previsione, che si denunci cioè qualche trasgressore di norme per la sua scarsa perspicacia, che un autentico delinquente per la sua perfidia contro la natura.


Mola incendio zps 2012 feb  e

Mola incendio zps 2012 feb e