Faccio riferimento al Vostro articolo pubblicato in data odierna sul vostro sito internet; Per dovere di cronaca ma soprattutto per tutti quei volontari che hanno partecipato alle operazioni di spegnimento ci sembra doveroso sottolineare che: Non hanno operato solo i Vigili del Fuoco, gli operai dell'unione dei Comuni ed i VOLONTARI DELLA CROCE VERDE, bensì c'erano anche i Volontari della Misericordia di Portoferraio e Misericordia di Porto Azzurro, i quali oltre a partecipare alle operazioni di spegnimento, hanno provveduto alla sorveglianza del luogo dell'incendio fino a tarda sera, DA SOLI! Credo giusta questa precisazione, per ringraziare quei volontari e quelle associazioni che Avete dimenticato di citare nel vostro articolo. Grazie Marcello Anastasi Volontario Misericordia di Portoferraio Gentile Signor Anastasi Mi consenta per iniziare una piccola annotazione, atteso che per convenzione, nelle comunicazioni elettroniche, ad esempio dei social network, quando si usa il carattere maiuscolo (specie seguito da punto esclamativo) si intende che una cosa è stata affermata "a voce alta", le faccio presente che, nonostante l'età non verdissima, ci sento benissimo. Un aspetto che non mi è chiaro, visto che lei nella sua missiva un po', mi perdoni, alla Totò (signorina .. vengo a voi con questa mia), usa sia la prima persona singolare che la prima plurale, visto che si definisce semplicemente Volontario, ma usa la mail ufficiale del sodalizio, devo considerare ciò che scrive una sua esternazione personale o una nota di biasimo trasmessa ad Elbareport dalla Misericordia? Proseguendo, questo non è un "sito", bensì (molto modestamente) una testata giornalistica, lei credo non si sognerebbe mai di definire "edicola" la redazione di un giornale su supporto cartaceo; un "sito" può aprirlo chiunque, un quotidiano (on line o meno) viene autorizzato, per farle capire, da un Tribunale della Repubblica e necessita della firma di un iscritto all'Ordine dei Giornalisti. Nel caso di specie poi questo giornale, nei circa 10 anni della sua esistenza ha ampiamente dimostrato, come possono ben riferirle una serie di referenti e responsabili dei servizi, una attenzione estrema alle attività ed al ruolo dei Volontariati elbani (Misericordie ben comprese) ed al preziosissimo lavoro che essi svolgono per rendere più vivibile la nostra comunità. Vorrei poi significarle che anche questa testata è un'espressione del volontariato informativo, prima lo era "de facto", da qualche mese anche "de jure" poichè la sua proprietà è detenuta da una associazione culturale che non ha fini di lucro e nessuno tra quanti vi operano percepisce un centesimo, neppure di rimborso spese. Tutto ciò premesso, da volontario a volontario, passando sopra di aver trascorso la nottata precendente i fatti (fino a 4 ore prima del primo aggiornamento sull'incendio) da solo (detto senza urlare) a rifinire il giornale che lei con un qualche altro migliaio di persone ha letto (gratuitamente), mi scuso per aver fornito una notizia perfettibile, perché incompleta, con chi ha lavorato senza essere citato sull'incendio della Falconaia. Guardi Anastasi che però è inevitabile che ci siano state, e ci saranno, simili dimenticanze ed omissioni, visto l'articolato arcipelago dei soggetti che di solito si attivano in questi casi, omissioni che possono essere in buona fede compiute tanto da chi raccoglie, quanto da chi fornisce le notizie, che non credo voglia magnificare qualcuno e penalizzare qualcun altro deliberatamente. Alcuni nostri colleghi usano spesso in questi casi un escamotage, quello di usare solo definizioni collettive (operatori del 118, volontari, Forze dell'Ordine, personale degli Enti) e non sbagliano mai. Termino questa lunga e noiosa nota, visto che sto in argomento, con qualche breve riflessione da "cittadino che guarda con interesse al volontariato". Primo: anche se è umanamente comprensibile desiderare di veder pubblicamente riconosciuti i propri meriti, penso che tra la prime gratificazione di un volontario ci sia l'aver risolto i problemi e la coscienza di essere stato utile donando il proprio tempo e la propria fatica con il supporto dello "spirito di servizio" Secondo: Se gli "spiriti di squadra" se la "gara ad emularsi nel bene" tra i diversi soggetti operanti in un settore sociale servono a fornire al prossimo un servizio migliore, la diversificazione delle casacche può perfino essere un valore aggiunto, se invece è una manifestazione dell'essere di parte, della volontà di emergere ad ogni costo, di campanilismo, la fratellanza e la "misericordia" (dei credenti e dei laici) ci incastrano pochino.
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