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A Sciambere storia di una serata di una stanza e di una vita

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 marzo 2012

Ci aspettavamo di essere in quattro gatti alla sala della Provincia ad assistere alla proiezione organizzata da Hallocinema di di "Piccolo Cane Nero" il (bel) film-documentario sulla storia delle case del popolo, presentato nell'occasione da Danilo Caracciolo, uno degli autori, ed invece non solo c'era un numero più che rispettabile di spettatori ma, udite udite, in sala si poteva scorgere pure un bel gruppetto di giovani, e, cosa ancora più incredibile, alla fine della proiezione (roba da anni 60) tra spettatori e regista si è sviluppata una lunga e non banale didattito. Una "voglia di storia" inusuale condita però anche da riflessioni sulla necessità per il popolo (o i popoli come suggeriva qualcuno) di tornare a darsi dei contenitori di esercizio della socialità,recuperando la cultura dello stare insieme propria delle "Case del Popolo". Giocoforza tornando a casa abbiamo pensato con molte punte di nostalgia all'unica struttura elbana assimilabile ad una casa del popolo, la vecchia sezione del PCI di Piazza della repubblica un po' perché lo era stata (quando occupava più della metà del secondo piano del grosso stabile) con lasede del "Circolo Rinascita" dove ci portavano per le feste da bimbetti negli anni '50, un po' perchè pure dopo, spesso per nostra inizitiva, la residuale sezione usata via via negli anni non canonicamente come piccolo teatro dove si proiettavano pellicole e si presentavano piccoli spettacoli, poi come redazione dei giornali protoambientalisti "inventati" da Oriano, come sala prove per i ragazzi della Compagnia degli Alfredini, e pure per organizzarci feste. La vecchia sezione un po' malandata, con un pavimento patchwork che testimoniava come le piastrelle necessarie fossero giunte e "rimediate" per mille vie, era un luogo profondamente vissuto perché non erano pochi quelli per i quali far politica comportava il frequentare quotidinamente o quasi la Sezione dove si discuteva sia a tema, durante le frequenti riunioni organizzate, sia liberamente incontrandosi. E c'erano dei giorni il cui quei locali, quella fabbrica di democrazia e scuola di educazione civica restavano aperti per 16 ore e passa. Allora non era infrequente che i vicini si lamentassero per il salutare casino che derivava dalle accese discussioni o dalle prove teatrali. Crediamo però che l'inconveniente sia stato risolto dai nuovi proprietari che hanno guarnito di belle persiane (mancavano da decenni) le finestre della sezione infissi che però si possono notare aperte (segnalando così la presenza all'interno di esseri umani in vita) con una frequenza equinoziale. All'esterno una targa "P.D", che dovrebbe significare "Partito Democratico", ma potrebbe essere pure l'acronimo di Perennemente Deserto. Amen


deserto namibia

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