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Peria: errori e responsabilità sulla gestione dei trasporti marittimi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 07 marzo 2012

Il rischio che aumenti il costo dei biglietti marittimi è l’ultimo capitolo di una stagione non felice che stanno vivendo i territori insulari, anche per una incapacità di proporre all’esterno una visione ed una programmazione unitaria dei servizi strategici. Di errori ne sono stati fatti molti. Basti pensare per quanti anni ci si sia affidati alla messianica attesa della “terza compagnia”, per poi scoprire che era, con tutto il rispetto, un pannicello caldo. Altro clamoroso errore è stato quello di confidare nella miracolistica soluzione che ci avrebbe fornito il Garante della Libera Concorrenza con il suo risolutivo parere. Di fatto con esso si è affermato che la continuità territoriale è garantita dalle corse Toremar sovvenzionate e che, nell’ambito dei principi di concorrenzialità, gli armatori possono operare anche solo nel periodo estivo, senza la necessità di garantire servizi invernali, come prevedeva, per concedere una compensazione sociale ai territori, il regolamento dell’Autorità Portuale. Ecco le conseguenze di una tale situazione: - Sicuramente più navi d’estate ed in un regime di accettabile concorrenzialità, con innegabili vantaggi per il turismo, ma il rischio concreto che d’inverno viaggi la sola Toremar o poco più, con conseguenze pesantissime per tutti i cittadini; - La presenza di code agli imbarchi nel periodo invernale ed auto che rimangono a terra; - Una generale perdita della capacità di programmazione e controllo delle istituzioni locali. Gli aumenti dei biglietti sono solo l’ultima vicenda. Ebbene, rispetto ad essa, per poter fornire risposte appropriate, bisogna avere un po’ di memoria storica su quello che era il sistema dei collegamenti fino a qualche tempo fa. Noi avevamo una compagnia statale che stava in piedi con i contributi pubblici e che si caratterizzava per un servizio non ottimale, nonostante il sacrificio dei marittimi. Avevamo poi un operatore privato (Moby), che invece, sostanzialmente senza percepire contributi, stava ugualmente in equilibrio, garantendo in aggiunta un importante numero di corse invernali a vantaggio della popolazione, proprio puntando sull’efficienza dei servizi e sul contenimento dei costi. Su questo scenario si è inserita la privatizzazione Toremar. Essa è stata voluta dalla Regione per migliorare i vettori, con un adeguato programma di investimenti a cui è tenuto il vincitore della gara, per migliorare la qualità del servizio e per incrementare l’efficienza. Ebbene, non mi si venga a dire che, con il cospicuo contributo statale e regionale che percepisce Toremar privatizzata, non si riesce ad assorbire l’incremento di costo del carburante o l’aumento dell’IVA. Se si privatizza, si opera in tal senso per aumentare l’efficienza e quindi per riuscire a garantire anche il rischio di un incremento dei costi generali. E’ questa la linea Maginot su cui ci dobbiamo attestare come territorio: chiedere responsabilità a tutti, chiedere sacrifici anche agli operatori privati non sovvenzionati, ma pretendere, anche con il sostegno della Regione, che la nuova Toremar non aumenti i biglietti. Non sarà poi giunto il momento che tutti quanti ci sediamo intorno ad un tavolo, istituzioni, associazioni di categoria e compagnie di navigazione e ragioniamo del futuro di questo territorio? Finora si è privilegiato lo scontro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. In un momento in cui la crisi sbriciola quotidianamente le verità del passato, non confrontarsi, non costruire strategie comuni, non lavorare ad un progetto unitario sarebbe l’ennesimo errore in una storia che di errori ne ha visti fin troppi.


Incrocio Navi traghetto capitaneria

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