Mi sembra di aver capito - scrive ad Angelo Mazzei in Prof. Massimo Balducci - che, a seguito del mio intervento al convegno sul comune unico lo scorso sabato 25 febbraio, Lei abbia dato ampio risalto ad una serie di mie perplessità. Vorrei chiarire la questione, ad evitare di essere frainteso. Gli attuali comuni dell’Elba non hanno dimensioni tali da poter far fronte alle domande dei cittadini. Una qualche forma di collaborazione/unione/fusione è auspicabile e irrinunciabile. Credo che un plauso vada fatto a quei cittadini Elbani che hanno preso l’iniziativa di impegnarsi per la soluzione più completa: la fusione di tutti gli 8 comuni. I miei dubbi vanno a come sarà gestita la fase di transizione. Se la fase di transizione non viene gestita bene (se, cioè, non vengono programmate a priori le tappe attraverso cui si deve passare e, per ogni tappa, non si indicano le soluzioni), i cittadini Elbani corrono il rischio di andare incontro ad un periodo di notevole disagio (quello che nel convegno ho definito un “incubo”). Nel corso del convegno il mio timore era che, sull'abbrivio dell'entusiasmo, si volessero accellerare un po' troppo i tempi. Nel frattempo mi sono andato a leggere la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione del comune unico. All’art. 4 di tale testo si prevede la nomina di un commissario regionale che dovrebbe affrontare i problemi della fase di passaggio. Dal punto di vista manageriale non è una buona soluzione: la soluzione di problemi prevedibili oggi e per cui oggi è possibile concordare una soluzione viene demandata ad un commissario (una sorta di mago) che, ex imperio, risolverà tutto. Mi preoccupa, poi, il fatto che secondo il comma 3 dell’art 4, tale commissario sarà sottoposto agli indirizzi del Presidente della Regione e non degli Elbani e, sopra tutto, non ad un piano di fusione che avrebbe potuto essere dettagliato nella legge stessa. Al comma 1 del successivo art. 5 si specifica poi che i piani strutturali, i regolamenti edilizi del traffico etc. potranno essere liberamente modificati dal Commissario. Quanto durerà in carica il Commissario? 90 giorni o 3 anni? Dubito che queste disposizioni siano in linea con gli obblighi che ci impone la Carta Europea delle Autonomie Locali, ratificata senza riserve dall’Italia con la legge 439 del 1989 e che, essendo agganciata ad un trattato internazionale, è una “legge rinforzata” e, nella gerarchia delle norme, viene prima della legge nazionale e di quella regionale. Non vorrei che, oltre alla confusione manageriale, si attivasse un contenzioso legale infinito. Con preghiera di diffusione.
elba da satellite nuova