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A sciambere della perchia, della remora , del bue e dell'asino

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 06 marzo 2012

LA PERCHIA E LA REMORA Povera perchia, scomodata inconsapevolmente da chi il mare l’ha visto tutt’ al più dalla finestra di casa o da generosi ripari, da chi abusa della sua di ignoranza e ricorre a facilonerie, mezzucci e pochezze solo per il gusto di offendere. L’ambientalista a corrente alternata, il fustigatore indefesso sempre ben piazzato a cavalcioni sul suo scranno di tuttologo dispensa ammonimenti e bacchettate senza remora alcuna. Già, proprio la remora andrebbe evocata per tratteggiare questo straordinario esemplare di pesce-Rossi. Pesce abituato da una vita a pascolare all’ombra degli squali-partiti, cresciuto alla lenza dell’ideologia preconcetta. Caratteristiche, quelle della remora elbana in questione, che spesso in passato (e tutt’oggi nell’addentrarsi nella vicenda Montecristo), lo hanno condotto a cavalcare onde improvvisate solo per il piglio di un’ideologia part-time, da plasmare a seconda dell’avversario di turno. Cara remora, la difesa dell’ambiente, della nostra terra, dei nostri diritti non ha colore politico. Te lo dice una vecchia perchia, che il mare, le sue leggi e la sua perpetua coerenza le conosce. A differenza tua. Con affetto Carlo Gasparri Caro Carlo Ciascuno è libero di giudicare la coerenza o l’incoerenza della vita altrui: chi si mette in gioco aspirando a governare la cosa pubblica, a rappresentare i suoi concittadini o anche, molto più modestamente, a raccontare la loro quotidianità, esprimendo magari in aggiunta propri punti di vista, deve mettere nel conto di essere valutato dagli altri. Vedi Carlo io continuo a definirmi “comunista” (poiché lo sono filosoficamente per ragionata convinzione) anche in tempi come questi in cui vanno di moda altre correnti del pensare, sono entrato ormai mezzo secolo fa, con i pantaloni corti, in un PCI che non era affatto né “comodo” né di governo, lo stesso partito in cui c’eri tu, tuo fratello, mio fratello, e da vecchio sono ancora iscritto alla compagine politica che mi pare la più coerente e moderna derivazione di quel PCI, unico supposto “squalo” di cui sarei stato all’ombra, pure se anche sulla mia tendenza a “stare a cavezza”, "stare al riparo" o semplicemente “pascolare” ci sarebbe da obiettare. C’è, è vero chi interpreta la coerenza molto più creativamente: la coerenza dell’essere sempre incoerenti come ad esempio sei stato tu, che sei riuscito a farti candidare (di solito con scarse fortune) da diversissimi “squali partito” , a memoria, prima di questa ultima esperienza para-berlusconiana: dal PCI stesso, dal Partito Socialista, dalla Democrazia Cristiana, dai Verdi e non so se me ne sono perso qualcuno per strada! Mi considero ambientalista (non verde come te, ma rosso quindi), ho attivamente collaborato con Greenpeace, ho aderito a Legambiente dell’Arcipelago dalla sua fondazione e ne sono stato pure per un breve periodo, poco valido Presidente; in veste di pubblico informatore ambientalista ho cercato di denunciare i soprusi e le violenze che venivano perpetrati ai danni dell’ambiente, chiunque ne fosse autore, e maggiormente incazzandomi quando a compierle erano compagini di governo che mi erano più vicine. Anche i sassi sanno ad esempio che considero poco meno che scervellate le scelte urbanistiche della Giunta Peria, che pure ho votato ed in una qualche misura contribuito a far nascere. Sulla comodità e sul riparo dei miei scranni non ci insisterei più di tanto, chi mi conosce veramente e sa come vivo, quanto lavoro e come le scelte che ho fatto hanno condizionato la mia vita, potrebbe dire ben altro. Su Montecristo e topi, visti gli aspetti eminentemente comici della vicenda, più che bacchettare ho un po’ preso per il culo. Tu invece hai bacchettato seriosamente mezza Europa senza badare alla caratura scientifica di chi bacchettavi, gente infinitamente più competente di te comunque, e senza che ora ti passi per la testa di formulare le doverose scuse, con il risultato della ciclopica figuretta che hai rimediato quando sei andato a constatare “de visu” che gli sfracelli che paventavi, e sui quali avevi sparso allarme, non si erano verificati per nulla, anzi per meno di nulla. E’ vero, le mie frequentazioni acquatico-marine sono al momento purtroppo scarse, forse saprei ancora appena appena armare una lenza, fare un “parlato” o un nodo piano e in carenza di GPS "prendere le mire" per trovare una "cigliata" come mi ha insegnato babbo, forse potrei andare a vela come mi ha insegnato Mario Castells, ma non lo faccio più da tempo, immergermi poi (mi è stato vietato espressamente dai medici) non posso proprio ...cosa vuoi, non tutti purtroppo hanno lo stesso fisico (e non tutti per fortuna lo stesso cervello). Anche volendo, insomma, io non avrei mai potuto massicciamente prelevare dal nostro mare le cernie, i dentici e le lecce che anni fa si ostentavano perfino in banchina e che non erano in attesa di essere portati al pronto soccorso per essere curati dalle arpionate ricevute. Ma già, a quei tempi a proposito di remore, ci si faceva pochi scrupoli e si tirava molto al soldo senza pensare più di tanto al conservare, e allora qualsiasi cosa si "ruscolava" andava bene, pesci o cocci tutto faceva brodo, e l’ambientalismo lo avevano scoperto davvero in pochini! (te no). Aveva ragione il povero Sarperi, Carlo, resta sott’acqua dove sei stato un campione (sportivo), in elementi, su terreni e ambienti che non sono i tuoi ti fai male e parecchio. E facciamola finita, renditi conto una buona volta che il bue non è e non sarà mai nelle condizioni di dare di cornuto all’asino. Con lo stesso affetto sergio rossi


perchia allamata

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