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A Sciambere confuciano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 01 marzo 2012

Stavamo leggendo l'altra settimana un libretto comprato una quarantina di anni fa in bancarella per poche lire, un'opera (peraltro minore) di Confucio chissà come ricapitataci tra le mani e che è in pratica tutta una raccolta di massime, una ci aveva particolarmente colpito poiché stigmanitizzava l'essere partigiano "che ti impedisce di vedere il brutto che c'è in chi ami ed il bello che c'è in chi odi". Ci abbiamo riflettuto convenendo con il Maestro, e facendo perfino buoni propositi in questa direzione, ma non disponendo realmente di alcun oggetto d'odio, abbiamo iniziato a passare mentalmente in rassegna una serie di personaggi che ci stavano cordialmente sulle palle o verso i quali nutrivamo una sostanziale disistima. Sorprendetemente quella lezione di tolleranza vecchia di 25 secoli ci pareva totalmente valida, e ci trovavamo a riconoscere che uno era fascio ma intelligente, un altro era vanesio ed autoglorificante non era permaloso, un altro ancora forse era un po' stronzo nell'animo, ma era dotato di ironia e (merce più rara) autoironia, uno quarto poi era ladro come una mardola, ma pure capace di atti di generosità, e il quinto pieno di spocchia e supponenza qualche libro lo aveva anche letto, e giù giù giù giù finché non siamo arrivati ad un particolare torzolo di cui al pari dei precedenti non sveleremo assolutamente l’identità: restando sulle generali diciamo solo che si trattava di un amministratore dell’Elba Occidentale, che se la sinistra tafazziana continua a farsi del male rischia di permanere a lungo in sella, pur avendo tutti i numeri per partecipare al palio campese di cui alla precedente notizia in un ruolo diverso da quello del fantino. Orbene, ci siamo veramente sforzati fino quasi all’emicrania, ma cosa ci fosse di bello e di buono nell’esaminato non lo trovavamo, non ci veniva niente di diverso da: ha un bravo parrucchiere .. porta delle belle camicine … racconta bene le barzellette … se non cacasse sarebbe anche un bel soprammobilino … cascava insomma l’asino con Confucio in sella. Ci è giunto però in soccorso il medesimo Maestro quando ci siamo ricordati il suo ammonimento ad un allievo: “non mi è stato utile parlare con te perché mai mi hai contraddetto…” e allora dopo esserci inchinati con le mani giunte alla sua memoria abbiamo avuto il coraggio di obiettare filosoficamente: “Ma cosa può esserci di bello e positivo o Maestro, nel Nulla?”


confucio

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