Mentre in Europa perfino gli Stati si uniscono e a Bruxelles c’è la fila per entrare di quelli ancora rimasti fuori , mentre in Italia si comincia a parlare addirittura di maxi Regioni e in Toscana si parla di accorpamento delle Province per sopravvivere , all’Elba resiste impavido il Marini con i suoi fans ( sempre meno) a dire no al Comune Unico e a denigrare le iniziative del Comitato come l’ultima del Convegno sul riordino degli Enti locali , confondendo anche gli interessanti contributi apportati da due eminenti professori e dal rappresentante del Consiglio regionale e stravolgendo il sensazionale risultato del raggiungimento dell’obiettivo delle 5 000 firme raccolte tutte all’Elba . I poderosi paraocchi che da tempo indossa per non vedere come va il mondo degli enti locali soprattutto dei piccoli comuni come i nostri all’Elba, costretti, dico costretti senza referendum o raccolta di firme ad unirsi per i servizi essenziali per un bacino di utenti di almeno 5000 cittadini, sia per i pesanti tagli alla spesa imposti dal governo sia per garantire detti servizi, impediscono a lui e a tutti quelli del no, sempre meno, di vedere cosa succede intorno . Proprio oggi “ La Nazione “ riportava le iniziative in corso in tutta Italia ma per restare nella nostra area si leggeva dei due sindaci di Ortonovo e Castelnuovo Magra in Lunigiana che hanno deliberato la volontà di fondersi per ricreare l’antico comune di origine romana di Luni e loro non avevano nessun obbligo giuridico essendo abbondantemente sopra i 5000 abitanti .Ci sono poi i sindaci della Valdera nel Pisano dove da tempo opera un’ Unione di 16 Comuni che stanno discutendo l’ipotesi della fusione, nell’Amiatino, nella vicina Val di Cornia e per restare nel nostro livello di proposta, il Casentino dove hanno già esaurito la fase della verifica delle firme e il Consiglio Regionale ha deciso di indire il referendum nella prossima primavera. Ma sorpresa delle sorprese per i nostri detrattori, la relativa decisione è stata approvata anche dai consiglieri UDC, nonostante che un consigliere di maggioranza avesse espresso alcuni dubbi su detta risoluzione in quanto è ancora pendente un’indagine giudiziaria. E' allora possibile ancora non capire che il problema sarà come fare questo Comune Unico, non se farlo, come avevano chiaramente detto nelle loro relazioni i due professori, chiamati appositamente per avviare la seconda fase del nostro progetto del Comune unico. Ora infatti inizia una nuova fase per la quale sarà necessario l’apporto anche delle forze politiche fin qui tenute prudentemente da parte dalle Associazioni di categoria che hanno promosso l’iniziativa, che l’hanno sostenuta e che non intendono certo abbandonarla ma chiedono a tutti di portare idee, esempi, modelli perché appunto il nuovo comune unico non ci trovi impreparati e riesca invece a soddisfare tutte le esigenze per cui è stato pensato.
gabriele orsini