Le indagini eseguite sul pesce campionato nel tratto Gorgona e nell’area dei fusti caduti in mare dalla motonave Eurocargo Venezia nel mese di dicembre, “non hanno evidenziato rischi per la salute umana legati all’esposizione agli elementi analizzati attraverso il consumo dei prodotti ittici sottoposti a campionamente”. Lo ha comunicato oggi l’Istituto Superiore di Sanità in seguito agli esami effettuati sui campioni di specie ittica prelevati da Arpat una prima volta il 19 gennaio nel tratto Gorgona e poi nella notte tra il 23 e il 24 febbraio nell’area di mare vicina ai fusti ritrovati e in un’area di controllo, e quindi analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale. “Abbiamo fatto bene a procedere alle indagini che oggi ci dicono che non si evidenziano rischi per la salute umana – ha dichiarato il presidente Enrico Rossi – Tuttavia il monitoraggio deve continuare. I fusti tossici sono ancora in fondo al mare e le condizioni dell’acqua e della fauna ittica devono essere costantemente tenute sotto controllo. Con determinazione ancora maggiore, se possibile, vogliamo che si proceda a completare l’individuazione dei fusti e soprattutto alla loro rimozione. Moltissimi sono chiusi e integri, prima vengono ripescati e prima si scongiurano i rischi di inquinamento. Farò di tutto perché questo avvenga in tempi certi, e chiedo che la Capitaneria di porto si adoperi al massimo perché la Grimaldi proceda”. “I risultati degli esami dell’Istituto Superiore di Sanità sono estrememente chiari e confortanti – ha sottolineato l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia nel corso dell’incontro con i giornalisti – Ad oggi non ci sono pericoli per la salute umana. La situazione va comunque tenuta costantemente sotto controllo. E soprattutto, vanno ritrovati rapidamente i circa 50 fusti mancanti, e tutti vanno rimossi in tempi brevi. Cogliamo questa occasione per rinnovare con decisione la richiesta”. Le analisi compiute dalla sezione di Firenze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale su i campioni prelevati da Arpat (quelli del 19 gennaio e del 24 febbaraio sono peraltro risultati coerenti tra loro) hanno riguardato la ricerca di Cobalto, Nichel, Molibdeno, Vanadio e Antimonio. Le ultime analisi sono state effettuate su complessivi 9 campioni di pescato, in particolare naselli, scampi, gamberi, totani, rane pescatrici, razze monache e piccoli squali di profondità, provenienti dal tratto di mare in prossimità del relitto disperso dalla motonave Eurocargo, nella cosiddetta “area fusti”. Altri 8 campionamenti poi hanno riguardato la cosiddetta “zona del bianco” o di controllo, posizionata lontano dell’area di ritrovamenti dei fusti, per i necessari confronti. In merito ai valori di Nichel, Molibdeno e Vanadio, la maggior parte dei campioni presenta valori inferiori al cosiddetto limite di rilevabilità analitica (LOD). E’ necessario precisare che i valori riscontrati si riferiscono ai limiti di rilevabilità dello strumento utilizzato e non sono confrontabili con valori limite stabiliti da leggi o dalla letteratura scientifica, in quanto questi al momento non esistono. Inoltre non si osservano valori significativamente diversi tra l’“area bianco”e l’”area fusti”. Per quanto riguarda il Vanadio sono stati evidenziati superamenti del limite di rilevabilità sia nell’”area fusti” (7 specie su 9) sia nell’”area bianco” (3 su 8), anche se con frequenza lievemente maggiore nel sito di ritrovamento dei fusti. Per quanto riguarda il Nichel nell’area di rinvenimento dei fusti sono stati riscontrati superamenti del LOD in 3 specie su 9, mentre nell’area del “bianco” in 2 specie su 8. Per quanto riguarda il molibdeno sia nell’”area fusti” che nell’”area bianco” è stato riscontrato un solo superamento del LOD. Anche gli altri due parametri campionati, cobalto e antimonio, non mostrano significative differenze tra le due aree. L’ISS sottolinea anche che i metalli sotto osservazione sono “generalmente presenti in diversi gruppi di alimenti anche in concentrazioni più elevate rispetto a quelle riscontrate negli organismi acquatici campionati”. Pertanto l’influenza che possono aver avuto le sostanze uscite dai fusti sulla catena alimentare “risulterebbe nel complesso poco significativa”. “Arpat continua a seguire i monitoraggi svolti da Castalia in base al piano discusso anche ieri con ISPRA e la Capitaneria di Porto di Livorno – afferma Giovanni Barca direttore di Arpat – Infatti un tecnico dell’agenzia da oggi per tre giorni sarà a bordo del Minerva 1. Proseguiranno altresì i monitoraggi ordinari di Arpat allargati a Cobalto, Nichel, Molibdeno, Vanadio e Antimonio. Nei prossimi giorni infine valuteremo insieme a IZS, ISS e Ausl, l’opportunità di ripetere un campionamento di pesce nelle immediate vicinanze della perdita del carico”.
gorgona in volo