"E ora come la mettiamo? Il professore Massimo Balducci, insigne professore universitario esperto in materia intervenuto al convegno, è stato molto chiaro: con parole che pesano come un macigno su quanto fatto e detto fino ad oggi dai promotori del Comune Unico, ha affermato che la mancanza di un progetto rischia di portare ad un fallimento; "senza regole predeterminate si rischia un incubo lungo quarant'anni". Quindi è necessario un progetto. Peccato però che, a più riprese, proprio i promotori del comune unico abbiano sottolineato di non avere, per ora, alcun progetto. E' un grave errore non avere lavorato prima, anche in modo condiviso, ad un progetto che mettesse al riparo da qualsiasi rischio gli elbani. Questo credo sia sufficiente a dire stop a questa corsa. Una corsa che doveva essere preceduta da un ampio e serio dibattito d'approfondimento, fatto prima dell'assurda caccia alle firme a cui abbiamo assistito sino ad oggi. Firme raccolte "per il referendum" così come confermato da numerosi cittadini, pronti anche a dichiararlo, e non per la presentazione della legge ad iniziativa popolare. La raccolta non è stata un successo, ma una vergogna. L'unico vero tentativo di aprire un dibattito è stato fatto da parte nostra, ma per tutta risposta sono piovute solo offese. Volevate prima le firme e dopo il confronto. Questo è assurdo: la gente prima di firmare avrebbe dovuto poter capire, ma non ne è stata data, volutamente , come è evidente, la possibilità. Qui nessuno è contrario ad una corretta semplificazione, ma questo non è né il modo, né il metodo. Questo è solo un tentativo di golpe. Relativamente ai risparmi tanto decantati, a questo punto si può dire sempre "volutamente", si omette di dire quanto occorrerà per il mantenimento degli otto municipi. È nostro compito difendere la buona fede di tutti i cittadini dalla poca chiarezza comprovata anche dalle ultime dichiarazioni. Il si a prescindere è un grave errore. Dovere sarebbe che, a questo punto, anche nel rispetto di tutti gli associati, dall'iniziativa prendessero le dovute distanze le associazioni di categoria e quant'altri, in buona fede, abbiano creduto nella bontà dell'iniziativa, proprio in virtù di quella democrazia che oggi è stata palesemente tradita.
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