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Eradicazione dei ratti da Montecristo: ora interrogano anche i senatori del P.D. Legambiente Arcipelago: A Montecristo si sta facendo esattamente quel che chiedete

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 22 febbraio 2012

La vicenda (abbastanza paradossale e tipicamente italiana) dell’eradicazione dei ratti a Montecristo era già arrivata in Parlamento per iniziativa di un’esponente del Pdl più nota per la sua partecipazione ai film di Tinto Brass che per le sue attività politiche e in difesa dell’ambiente, ora si viene a sapere che anche tre senatori del Pd, Raffaele Ranucci, Roberto Della Seta e Vincenzo Del Luca, hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta. Il testo inizia con una descrizione dell’isola: «Montecristo, con una superficie di 10,4 chilometri quadrati e uno sviluppo costiero di 16 chilometri, risulta tra le isole più a sud del parco dell'arcipelago toscano, costituendo la porzione meridionale della provincia di Livorno a cui appartiene, essendo annessa al territorio comunale di Portoferraio; l'isola, sede fino al XVI secolo di una fiorente comunità monastica, è oggi riserva naturale integrale e riserva naturale biogenetica. La copertura vegetale è rappresentata da una bassa macchia mediterranea formata prevalentemente da eriche, rosmarini, cisti e lecci. La presenza più vistosa, in merito alla fauna,è la capra di Montecristo tuttora abbondantemente diffusa, per quanto riguarda gli anfibi vi è il raro discoglosso sardo e per i rettili, oltre al più comune biacco, è presente anche la vipera». Poi i senatori Pd passano alla cronaca: «Da organi di stampa, nel mese di gennaio 2012, si apprende che l'ecosistema e la biodiversità del territorio isolano vivono momenti di forte emergenza perché minacciati dall'invasione di ratti neri, arrivati da fuori, trasportati da navi ed imbarcazioni e proliferati nel tempo in modo esagerato, a tal punto da mettere in serio pericolo l'equilibrio ambientale del luogo». Quindi gli esponenti Pd, a differenza degli antiparco e degli animalisti che hanno sollevato la questione, si pongono il problema dell’eliminazione dei ratti, ma danno un colpo al cerchio della necessità dell'eradicazione ed uno alla botte delle lamentele animaliste: «Considerato che: il Parco nazionale, la Regione Toscana, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e l'Unione europea stanno pensando ad un progetto aggressivo volto a sterminare i ratti, con l'impiego di 26 tonnellate di esche avvelenate da lanciare da un aeroplano a più riprese nel corso del tempo; molti comitati ambientalisti sono contrari a questo sistema di derattizzazione sia per i modi che per le sostanze velenose che si intendono utilizzare, asserendo che tali sostanze risulterebbero altamente tossiche per gli organismi acquatici e potrebbero provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente, inoltre si tratterebbe di sostanze persistenti nel tempo che potrebbero contaminare la catena alimentare, si chiede di sapere: quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano mettere in atto per scongiurare il protrarsi dell'emergenza ratti sull'isola di Montecristo, evitando sistemi e prodotti che possano mettere a rischio l'incolumità dei turisti che quotidianamente visitano l'isola, la catena alimentare nonché la biodiversità e l'ecosistema; quali misure intendano mettere a punto al fine di stabilire un sistema di monitoraggio territoriale nazionale per prevenire in particolare nei parchi, nelle aree protette e sulle isole il disastroso incremento dei ratti, ritenuto ovunque una specie gravemente nociva». Domande alle quali è stato già abbondantemente risposto dal Parco, dall’Ispra, dal Corpo forestale dello stato e dai tecnici che curano il progetto Life, approvato e finanziato dall’Unione europea, e da Lipu BirdLife International e da Legambiente. Proprio Legambiente (della quale il senatore Roberto della Seta è un ex presidente) cerca di chiarire nuovamente attraverso il suo circolo dell’Arcipelago Toscano: «Crediamo che l’interrogazione dei senatori Pd sconti il fatto di essere stata presentata il 18 gennaio, quando gli antiparco e le associazioni animaliste che si sono accodate a questa campagna politica hanno fatto esplodere una polemica senza senso su un’attività di eradicazione fatta secondo le regole internazionali fissate dall’Iucn e secondo le richieste della Convention on biological diversity Onu, attività svolte con successo in molte isole del mondo e finanziate da governi ed associazioni ambientaliste per tutelare la fauna endemica delle isole e rari uccelli nidificanti, come le berte di Montecristo, dai ratti e da altre specie invasive. Si è giocato, e a quanto pare ci sono cascati anche i senatori Pd, sull’equivoco delle “26 tonnellate di esche avvelenate da lanciare da un aeroplano” che in realtà contengono in totale poco più di un kg di principio attivo e sono depositate da un elicottero nei posti più in accessibili di Montecristo. Il prodotto, come hanno abbondantemente spiegato gli scienziati che stanno lavorando al progetto Life “Montecristo 2010”, non mette in pericolo la fauna autoctona perché per le capre sono state prese le necessarie precauzioni e perche animali come il discoglosso sardo non se ne cibano, mentre le vipere, che hanno un sistema di caccia “chimico”, non predano ratti già morti e avvelenati. In quanto all’incolumità dei turisti evidentemente i senatori non sanno che per visitare Montecristo esiste un numero chiuso (1.000 persone all’anno) e che lo si può fare solo in gruppi accompagnati da agenti del Corpo forestale dello Stato, che gestisce la Riserva naturale che ha ricevuto il diploma europeo dalla stessa Ue che h a finanziato l’eradicazione. Probabilmente i visitatori di Montecristo sono molto più protetti del veleno per topi dei cittadini che trovano quotidianamente nelle “trappole” messe dalle amministrazioni locali nei loro Paesi e nelle loro città. Vorremmo tranquillizzare i senatori del Pd, e in particolare all’amico Roberto Della Seta, a Montecristo si sta facendo esattamente quello che loro chiedono: scongiurare l’emergenza ratti e che lo si fa, come hanno spiegato autorevoli scienziati, ricercatori e grandi ed autorevoli associazioni ambientaliste internazionali e nazionali, in maniera scientifica, testata e con il minimo impatto possibile sull’ambiente, per salvaguardare la fauna a rischio di estinzione da un invasore distruttivo portato dall’uomo».


Montecristo dall'Elba

Montecristo dall'Elba