Anche per l’ambiente qualcosa sembra finalmente cominci a muoversi dopo una lunga stagione di tagli, condoni e disastri. Non si registrano invece segnali di sorta per quanto riguarda i parchi. Da mesi ormai, al più qualche dichiarazione o comunicato, ci ricorda che al Senato la legge riprenderà presto il suo cammino mentre nel frattempo altri provvedimenti rimettono becco anche in questioni inerenti i parchi dei cui esiti nessuno parla,sempre che lo sappia. Abbiamo così conferma –se ce ne fosse stato bisogno- che l’aver puntato anche ipocritamente solo sulla legge ci ha tagliati e ci sta tagliando fuori da qualsiasi impegno e coinvolgimento politico che invece urge. Perché sia chiaro cosa intendo dire vorrei partire proprio da una delle situazioni più allarmanti e a rischio che ha avuto ed ha pesanti effetti anche sul piano internazionale e cioè il santuario dei cetacei, il Giglio, la Gorgona, i bidoni avvelenanti, le aree protette coinvolte dalla Toscana alla Liguria ma anche la Sardegna. Si tratta -non possiamo averlo dimenticato- di una situazione che già prima del precipitare degli eventi presentava risvolti anche internazionali sgradevoli per il nostro paese. Ecco il punto; possibile che a nessuno sia venuto in mente e abbia pensato di proporre e promuovere un incontro con le regioni interessate, con le aree protette marine e terrestri coinvolte e con la latitante Cabina di pilotaggio del santuario naufragata molto prima del Concordie? Aspettiamo la legge del Senato che sulle aree protette marine incasina ancor più le cose? Eppure in molte regioni sui parchi si sta lavorando, le cose si muovono anche se non sempre al meglio, ma proprio per questo servirebbe finalmente un punto di riferimento nazionale capace di ridare fiato e senso ad un impegno per il rilancio dei parchi. Lo chiedo al ministero, ai partiti, alle regioni, gli enti locali e ovviamente ai parchi e a chi li rappresenta. Capisco che a quel tavolo non sarebbe facile giustificare situazioni come quella dell’Arcipelago Toscano che si protrae ormai da anni senza venire decorosamente a capo della sua area marina che sarà anche la più grande d’europa ma è anche la più paralizzata e penalizzata. Forse si sarebbe dovuto spiegare perché non si è ancora messo fine alla gestione commissariale delle 5 Terre e nessuno lo chieda. D’altronde non mi pare lo si faccia neppure per altre situazioni da tempo commissariate e non da un governo tecnico. Ho visto che il Parco della Maddalena sta concordando con i francesi impegni comuni per le Bocche di Bonifacio, non sarebbe finalmente il caso di fare altrettanto anche dalle nostre parti? A Mediterre a Bari l’appuntamento di Federparchi ha discusso del Mediterraneo a me pare che dovrebbero seguirne impegni i proposte politiche che al momento non vedo. Detta chiaramente; quali proposte intende avanzare al governo a partire dalle situazioni più che calde bollenti chi rappresenta i parchi? Per le loro questioni i Comuni lo stanno facendo e pure le Province e le regioni, perché non dovrebbero farlo i parchi?
prato foto beneforti