In vendita parte dei Giardini delle Ghiaie. Questa è la notizia più discussa negli ultimi giorni a Portoferraio. Si è detto e scritto molto sull’argomento, su cosa sia effettivamente in vendita, se abbiano ragione Comune e futuri acquirenti, o quanti propongono soluzioni alternative. Alcune domande forse rimarranno senza risposta, altre le avremo dal Consiglio Comunale del 12 Novembre. Sicuramente è una situazione molto complessa, ricca di sfumature molto poco chiare. A partire dalla destinazione del ricavato della vendita. In un monologo televisivo, relegando l’intervistatore al ruolo di portatore di microfono, il Sindaco di Portoferraio a passeggio per le Ghiaie, ha dichiarato che quanto incasserà il comune dall’alienazione di una sua proprietà sarà reinvestito in divani e arredi vari, per locali di attesa, nell’ambito del Progetto Relazioni con il Pubblico. Ottima scelta, se non fosse che, oltre l’incongruità fra spesa e ricavato, nei locali dell’ex Ufficio Commercio, ex Comando dei Vigili Urbani, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico è quasi ultimato dalla ditta che sta eseguendo i lavori in base ad un progetto già approvato e appaltato, finanziato con delibera di Giunta, (unico assente il vice Sindaco Chiari) e co-finanziato dal Gal con fondi comunitari. Quindi la copertura finanziaria non dovrebbe mancare. Sarebbe opportuno allora che il Sindaco spiegasse se c’è stato un errore nel progetto URP, oppure cosa nascondessero quelle affermazioni, se dietro non ci sia un’altra delle varie, superficiali e discutibili interpretazioni che questa giunta dà della gestione del bilancio, magari, come sostiene qualcuno, arrivando a vendere per provare a rattoppare la voragine che si sta creando intorno alla Cosimo de’ Medici. Di sicuro la vicenda è quantomeno strana, dal momento che alle “curiose” dichiarazioni di Ageno si somma una tempestività che sa tanto di urgenza, nel voler adottare un altro dei tanti, troppi provvedimenti impopolari di questa amministrazione, legandolo a effettive necessità finanziarie contingenti di cui nessun altro è responsabile se non la stessa attuale Amministrazione. E’ vero che la storia de “Le Sirene” si trascina da oltre quaranta anni, e vendere potrebbe rivelarsi inevitabile, ma proprio per questo è auspicabile una soluzione frutto di un esame più attento e accurato, da cui possa sì scaturire una regolarizzazione della posizione dei proprietari del bar ristorante, ma traendone il massimo vantaggio per la comunità portoferraiese; invece anche questa volta, implacabili, si tira dritto, e alla svelta, senza il parere della Commisione Demanio, senza valutare quali siano le reali implicazioni future del provvedimento e creando un clamoroso e illegittimo precedente di vendita-svendita di bene pubblico, causa falle nelle casse comunali. Sarebbe auspicabile che Ageno ritornasse sui suoi passi e, con calma e umiltà (la fretta non aiuta, l’arroganza meno) provasse a fare quanto non ha mai fatto fino ad ora: ascoltare. Ascoltare ad esempio chi prova a suggerire un’analisi del problema più approfondita, fondata su quelle valutazioni di cui dicevamo prima. Se certe decisioni suscitano tanto clamore non è sempre a causa di avversione personale o accanimento politico, forse sono proprio, semplicemente, sbagliate; in questo specifico caso, se non nel merito (ma è da valutare), di sicuro nel metodo. Quindi, a prescindere dall’esito della, pare inevitabile, votazione in Consiglio Comunale, torni in televisione con argomenti seri e veri, provi a spiegare da dove nasce l’ansia da vendita che li ha colti, ma soprattutto chiarisca con precisione come sarà investito il ricavato di tale operazione e se si vorrà continuare fino in fondo in questa scriteriata gestione della Cosa Pubblica, prescindendo sia da posizioni politiche diverse (ed è comprensibile), sia dall’impatto che ha sulla comunità locale, a dispetto di tutto e tutti, ma anche da oggettive valutazioni politiche sulla importanza e sulla delicatezza del ruolo di Amministratore. A tal proposito, rimanendo in un ambito di opportunità politica, per quanto nessun codice lo impedisca, ci aspettiamo che il consigliere Annalisa Di Pede non si presenti in Consiglio Comunale a votare un provvedimento, palesemente ambiguo per quanto detto fino ad ora, a favore del suo datore di lavoro. Staremo a vedere, ma niente ormai di questa Amministrazione può più sorprendere.
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