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Capoliveri: La Lista Liberi presenta una mozione sul Comune unico dell'Elba

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 21 febbraio 2012

Fausto Martorella consigliere comunale al Comune di Capoliveri e Capogruppo della Lista Liberi ha presentato una proposta di mozione "..per conoscere la posizione dei singoli Consiglieri del Comune di Capoliveri in merito all’iniziativa progetto in atto per l’istituzione di un Comune Unico per l’intera Isola d’Elba" riportiamo qui di seguito il testo del documento: “A febbraio 2011, su iniziativa delle Associazioni di Categoria dell’Isola d’Elba – CNA, CONFESERCENTI, CONFCOMMERCIO, COLDIRETTI, ASSOCIAZIONE ALBERGATORI, CONFINDUSTRIA, CIA, API LIVORNO - si è costituito il Comitato per la iniziativa popolare di legge regionale per la fusione dei comuni esistenti all’Isola d’Elba - COMITATO PER IL COMUNE UNICO ALL’ISOLA D’ELBA. Il Comitato sta procedendo alla raccolta delle firme con l’obiettivo di raccoglierne almeno 5000 firme per dar luogo al Referendum regionale sul Comune Unico; Nello specifico, la Regione accertata la regolarità di almeno 5000 firme, sottoporrà la proposta, unitamente agli eventuali emendamenti, che dovessero essere presentati, alla votazione del Consiglio Regionale, cui seguirà l’indizione del referendum consultivo fra i soli elettori Elbani al termine del quale, non essendo richiesto il quorum, se prevarranno i voti favorevoli dei votanti si procederà alla fusione degli otto Comuni in un solo Comune. (SEGUONO PERSONALI CONSIDERAZIONE OVE RITENUTO DI VOLERLE RENDERE, QUI NE VENGONO RIPORTATE ALCUNE NEI CONTENUTI ESPRESSE IN DISTINTE OCCASIONI DA ALCUNE FIGURE ISTITUZIONALI DEGLI OPPOSITORI) A quest’ultimo riguardo preliminarmente evidenziamo l’esclusione dal progetto in parola, dell’Isola del Giglio e di Capraia ed al contempo non possiamo non sottolineare che solo impropriamente si parla di progetto, stante l’assenza anche di sole linee di principio confrontate con ognuna delle realtà dei territori comunali dell’Elba in quanto vengono poste a base delle argomentazioni del fautori del Comune unico solamente generiche affermazioni su riferiti vantaggi conseguibili; non senza rilevare, altresì, che la mancata previsione del quorum degli elettori, lascia prefigurare che la decisione finale potrebbe essere ben lontana dalla reale volontà dei residenti ma frutto del solo giudizio discrezionale degli organi regionali. Le argomentazioni dei fautori del comune unico, si sostanziano, come accennato, in affermazioni avulse da riscontri, che si limitano a preannunciare benefici conseguibili: “Non solo e non tanto sui costi della pubblica amministrazione, sui gettoni di presenza di assessori e consiglieri. Non solo e non tanto per semplificare e rendere più efficiente l’ente pubblico. Ma per far sì che le divisioni non ricadano sulle tasche degli elbani. Quelle divisioni che impediscono le scelte, bloccano lo sviluppo, costano.” Affermazioni ricondotte all'astratto dogma “Un Comune unico per decidere e risparmiare.” In particolare rileviamo la totale mancanza di un’attenta analisi valutativa a sostegno del progetto; esame fattuale che avrebbe dovuto sostenere la proposta per rappresentare innanzitutto, sotto il profilo squisitamente normativo e con documentate previsioni di dettaglio, la fattibilità e l’efficacia conseguibile dall’unificazione delle discipline regolamentari ed amministrative vigenti nei distinti Enti che regolano settori primari per l’economia di ciascun comune (quali l’edilizia, l’utilizzazione del suolo pubblico, il commercio, le tipologie dei contratti di lavoro, le forme e le iniziative di offerta dei servizi sociali, i modelli di consolidamento e di trasmissione delle tradizioni e gli altri settori e profili che costituiscono i segmenti di particolare pregio e valenza nei distinti Comuni) in ragione delle specificità e peculiarità, anche storiche, che distinguono i singoli territori. A queste riflessioni – che si aggiungono al già ricordato profilo di mancanza di certezza in ordine all’accertamento dell'effettiva volontà dei residenti apertamente compromessa da un procedimento referendario che esclude la necessità della presenza di un quorum di elettori adeguato allo spessore del quesito referendario – si aggiungono non trascurabili considerazioni di merito connesse essenzialmente all’estensione del territorio che l’ipotizzato comune elbano si troverebbe a gestire e che porterebbe, altresì, l’Elba ad avere l’estensione costiera più vasta nel territorio nazionale. Il Comitato si posiziona sulla base di ulteriori argomentazioni, che sostanzialmente intendono sostenere che “Alla base di questo processo per l’unificazione del territorio elbano c’è l’idea che un unico centro decisionale possa garantire una semplificazione amministrativa, il rilancio dell’economia elbana, una maggiore promozione  del  territorio  e, non ultimo,  il risparmio di risorse che attualmente negli 8 comuni si disperdono senza dare veramente una risposta per servizi più efficienti né ai cittadini né ai turisti che soggiornano sull’Isola. Secondo i promotori dell’iniziativa è inoltre necessaria un’unica voce istituzionale che sappia far valere anche fuori dell’Elba i diritti del territorio, superando le divisioni che in questi anni, spesso, hanno visto in disaccordo gli otto sindaci elbani.”  A queste affermazioni di principio avulse non solo dalla benché minima rappresentazione di verificate circostanze, episodi, condizioni e criticità a cui si riferiscano – invece solamente declamate con petizione di principio- ma anche in assoluto sfornite di basilari progetti e pianificazioni in ordine alle modalità di risoluzione delle riferite criticità e di ottenimento dei sicuri riferiti vantaggi, sentiamo di doverci discostare con fermezza non solo per contrastare effetti nocivi e irreversibili, certamente non auspicabili, che potrebbero incidere negativamente sulla qualità della vita e sull’economa dell’Elba - come gli stessi promotori mostrano chiaramente di non aver valutato – ma altresì per controbattere che i cittadini elbani, quando sono in gioco i loro diritti fondamentali, come visibilmente è stato dimostrato per il caso della sanità, si ritrovano su unico fronte uniti e compatti per chiedere all'unisono garanzie e tutele. Pari dissociazione di vedute non possono essere nascoste anche sul versante di ambiti risparmi conseguibili; Ricordano i fautori del comune unico che “oggi all’Elba ci sono 8 sindaci, 44 assessori, 124 consiglieri, 5 segretari comunali e 8 bilanci diversi. Il tentativo è quello di arrivare ad un unico Comune con oltre 30mila abitanti, una riduzione della spesa pubblica per 400mila euro, oltre a contributi statali ordinari aggiuntivi per i Comuni che si fondono.” E’ agevole per tutti poter rilevare che i riferiti risparmi, verosimilmente, rimarrebbero solo fantasie ed, in proposito, basta riflettere sull’esiguità dei compensi che percepiscono i Consiglieri comunali – tra l’altro anche drasticamente ex lege ridotti nel numero - che porterebbe a trascurabili risparmi che verrebbero inoltre prontamente e completamente assorbiti dai maggiori costi per l'approvvigionamento di personale professionalmente di qualifica Dirigenziale adeguato alla nuova classe demografica, con retribuzione altamente superiore a quella oggi percepita dai responsabili di area pur con l'incremento dovuto alla retribuzione di posizione (al fine non sarebbero sufficienti le unità in carica a Portoferraio) e senza la possibilà di procedere ad un riequilibrio della compagine gestionale stante l’impossibilità di procedere a licenziamenti tra il personale in servizio. Dunque maggiori costi che potranno, nella migliore delle ipotesi, solo porsi in pareggio con l'entità complessiva dei contributi statali oggi destinati ai singoli comuni. Infine sentiamo il dovere di contrastare con altrettanta convinzione la posizione di chi crede che il territorio possa crescere solo attraverso il confronto ed il coordinamento, in tal modo semplicemente stralciando ogni profilo di responsabilità e di autonomia, da sempre sinonimi di maggiore attenzione e cura delle esigenze locali (confronto e coordinamento che, peraltro, svariate volte in diversificate forme si attestano anche nell'attuale assetto istituzionale), concludendo pertanto che, in definitiva, la proposta del Comune Unico si riveste solo di una forte connotazione politica. Per quanto si qui rappresentato, che costituisce, la convinta posizione dei firmatari, presentiamo la presente mozione per certificare, in formale atto, l'orientamento di ciascuno dei rappresentanti politici eletti nel Comune di Capoliveri in merito all'istituzione del Comune Unico dell'Elba attraverso la fusione degli otto Comuni elbani” Visto l’art. 43 del Testo Unico degli Enti Locali D.Lvo n. 267 del 18 agosto 2000, che testualmente recita: “ I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio. Hanno inoltre il diritto di chiedere la convocazione del consiglio secondo le modalita' dettate dall'articolo 39, comma 2, e di presentare interrogazioni e mozioni.”; Rilevato che, trattandosi di atto “politico”, la presente deliberazione a norma dell'art. 49 del D.Lgs. n. 267 del 18.8.2000, non è assoggettata alla preventiva istruzione tecnica e contabile;


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