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Dall'Aurelia all'autostrada

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 21 febbraio 2012

Cosa aspettano i nostri Comuni a tutelare gli interessi dei propri cittadini e a chiedere, come era previsto fino al 2001, l’adeguamento della variante Aurelia, che avrebbe costi enormemente inferiori e risponderebbe meglio alle necessità dei territori? La SAT parla ormai senza freni, risponde negativamente alla Regione, cambia unilateralmente il progetto, taglia opere che erano state ritenute irrinunciabili come le complanari e i collegamenti con i porti di Livorno e Piombino, rinvia il tema cruciale delle tariffe che tutti, prima o poi, dovranno pagare, pretende che il progetto sia approvato per singoli lotti per evitare il confronto con tutti i Comuni della costa tirrenica. I nostri Comuni, rifuggendo dall’ideologia secondo la quale questa autostrada porterebbe sviluppo, devono spiegare ai propri cittadini e alle imprese quali benefici ci saranno nel regalare alla SAT una strada pubblica a quattro corsie con limite di 110Km/orari, la quale, con minimi adeguamenti, imporrà a tutti l’obbligo di pagare tariffe esose. Secondo le ipotesi fatte dagli stessi Comuni, per andare a tornare da Venturina a Rosignano si pagherebbero 15,52 euro, a Grosseto 24,70 euro. Andata e ritorno sulla tratta Rosignano-Grosseto 40,36 euro. Tutto questo per una strada che c’è e che, dopo una prima non meglio precisata fase di sconti per i residenti, tutti saranno costretti a pagare, non avendo più alternative percorribili. Un salasso pesantissimo per i cittadini, per le imprese, per chi riceve e spedisce merci, per il turismo pendolare che orbita nelle nostre zone. Dove sono i benefici? A queste domande, che non hanno mai ricevuto risposta dalle nostre amministrazioni, si oppone un presunto interesse europeo. A parte il fatto che le indicazioni dell’Europa per corridoi a lunga percorrenza, come quello tirrenico, indicano lo sviluppo delle reti ferroviarie e portuali, le stesse stime della SAT dicono che questa autostrada avrà bassi flussi di traffico e, proprio per questo, alte tariffe. Per non parlare della vera e propria questione morale. Come si fa ad ignorare che per anni le autorità pubbliche hanno sostenuto che la concessione era a costo zero, mentre il governo aveva previsto un rimborso di 3,8 miliardi di euro alla SAT a fine concessione (esattamente pari al costo dell’opera), nonostante gli introiti delle tariffe? Come si fa a dimenticare che nel 2010, dopo il taglio dello scandaloso rimborso, la SAT, smentendo se stessa, rivede le stime sui flussi di traffico riducendoli del 40% per giustificare tariffe esose? Come giustificare il fatto che nel tratto a sud di Grosseto la SAT ha sempre sostenuto l’impossibilità di usare il tracciato della vecchia Aurelia e, ora che non ci sono più i soldi pubblici da spendere, sostiene esattamente l’opposto? Come si fa a non vedere che rappresenta una grave anomalia che il Presidente della SAT (società privata), sia stato nominato commissario governativo per controllore se stesso? La realtà è che nessuno riesce a dimostrare che l’autostrada al posto dell’Aurelia sia la soluzione che risponde agli interessi pubblici, mentre si configura sempre più come investimento finanziario per gli azionisti che oltre a Benetton, vedono oggi la partecipazione di Caltagirone, delle Cooperative e del Monte dei Paschi. Ancora una volta sconcerta il silenzio dei nostri Comuni i quali non aspettano altro che veder partire i cantieri. Poco importa se i cittadini saranno costretti a pagare un privato, a caro prezzo, per transitare su un bene pubblico che hanno già pagato.


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