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Fusti tossici a Gorgona: Legambiente: l’Arpat conferma le nostre preoccupazioni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 19 febbraio 2012

La nuova nota dell’Arpat sulle ricerche dei bidoni tossici al largo di Gorgona, che sottolinea «E' possibile che a causa della pressione esercitata dalla colonna d'acqua i fusti si siano aperti ed il contenuto si sia depositato sul fondo, disperso secondo l'andamento delle correnti prevalenti ad una profondità tra i 400 ed i 450 m», conferma tutte le preoccupazioni espresse da Legambiente non appena si ebbe la notizia che dall’eurocargo Venezia della Grimaldi Lines il 17 dicembre 2011 erano finiti nel mare in tempesta due semirimorchi carichi di scorie tossiche. Il 4 gennaio Legambiente Arcipelago Toscano scriveva: «Secondo alcuni esperti che abbiamo sentito, difficilmente quei bidoni galleggerebbero e la stessa ditta produttrice dei fusti lo escluderebbe. Ma anche se i fusti fossero tutti affondati e non rappresentassero quindi un pericolo per le coste, come avevano detto Prefettura, Capitaneria e Comuni, il problema rimane e sembra molto grosso: un bidone di quel genere, sott'acqua a 400 metri forse si potrebbe essere già spaccato per la pressione, e se così non fosse, secondo alcuni esperti si deteriorerebbe più o meno dopo un anno o due, lasciando fuoriuscire il materiale tossico». Il tutto pieno Santuario internazionale Pelagos dei mammiferi marini ed circa 9 miglia (non le 20 precedente mente indicate), dall’area marina protetta di Goergonas. Sarebbe proprio un bel guaio. Bisogna quindi capire come si comporteranno in condizioni ambientali estreme le sostanze tossiche (Nichel tra 1,4 e 4.5%, ritrovato da Arpat al 2,5%; Molibdeno tra 7,7 e 12,3%, ritrovato 8,1, con forte solubilità), contenute nei bidoni individuati a 430 metri di profondità. Il rischio per il delicatissimo ecosistema abissale, che solo ora si comincia a conoscere nella sua complessità ed importanza, sembra molto alto». Chiediamo che siano svolti rapidamente gli ulteriori accertamenti e le verifiche fotografiche e video da parte del Rov a cura della nave Minerva Uno della Sopromar siano completati al più presto per avere così le necessarie e certe informazioni sulla dispersione dei bidoni e sulla possibile fuoriuscita delle sostanze tossiche. . Alle istituzioni chiediamo di continuare a tenere aggiornata costantemente l’opinione pubblica, evitando la confusione e l’opacità che hanno distinto o la prima fase di questa vicenda, Al tavolo tecnico convocato al ministero dell’ambiente per il 20 febbraio Legambiente chiede di approvare un piano di campionamento e recupero che dia linee di intervento e tempistiche certe perché la Grimaldi lines, responsabile di questo disastro, eviti un ulteriore e massiccio inquinamento del fondale del Santuario dei Cetacei e del Tirreno toscano.


gorgona aerea

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