Il libro, si potrebbe dire l’ennesimo libro sui Parchi di Renzo Moschini, non è solo e tanto la prova del suo tenace attaccamento a questo tema, ma è un grido di allarme, una richiesta di aiuto, una provocazione nei confronti dell’indifferenza generalizzata nei confronti di questo argomento. La sua disamina attenta, che descrive, da conoscitore e da “passionista” come si dice nel Pisano, la storia dei parchi, è un modo per divulgare, per coinvolgere cittadini ed amministratori verso il tema parchi, con la finalità di far capire che non si tratta di un argomento per pochi amanti della natura, ma che riguarda il presente ed il futuro di tutti noi. La “ciliegina sulla torta” è rappresentata dall’ultimo capitolo, in cui viene riportato un pezzo tratto dalla rivista “coordinamento dei parchi” del 1996 “Uomini e parchi oggi:ricordando Valerio Giacomini”. Questo articolo è di una attualità emozionante: i concetti espressi sono totalmente condivisibili:la necessità di una ricomposizione tra uomo e natura, in cui “il primo non è sempre e comunque un distruttore e la seconda non sempre e solo una meraviglia”, la necessità del superamento del confine dell’area protetta, considerato una “perenne trincea”, la necessità del superamento dell’idea stessa di parco. Il libro di Renzo Moschini ci invita ad una rivisitazione del concetto di Parco, che deve sempre più essere considerato un bene comune, da gestire e governare in modo congiunto e condiviso tra Amministrazioni, cittadini e soggetti interessati, deve essere un luogo in cui la tutela si esercita attraverso la ricerca dei modo di recupero e ripristino degli equilibri tra uomo e natura, da esportare all’esterno. Da qui un invito forte all’azione, ad un coinvolgimento sentito da parte di tutti verso il tema dei Parchi. Come si può non leggere questo libro? E’ rivolto a ciascuno di noi!
Renzo Moschini