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Riflessioni sanitarie

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 10 novembre 2003

rincipi di solidarietà ed equità del Servizio Sanitario Nazionale stabiliti con la L.833 del 1977, sono messi in crisi dalla Legge Finanziaria 2004, una manovra che prevede tagli in Toscana per 930 milioni di euro (80% dei quali alla Regione e il resto ai Comuni). In una situazione che vede l’aumento delle fasce economicamente deboli della popolazione, la crescita della cronicità di malattie legate all’ età e dei costi di cura, un taglio del genere rischia di ledere un diritto fondamentale di cittadinanza, di fermare la razionalizzazione e la territorializzazione della sanità Toscana: in parole povere, si corre il rischio di non realizzare i nuovi ospedali previsti e di rinunciare ad un principio fondante del sistema sanitario: la prevenzione sul territorio. La sanità elbana è inserita in questo quadro, con la sua spesa procapite per la salute al di sotto della media provinciale, con la mancanza di organici e le difficoltà di aggiornamento di un personale pur qualificato, con la difficoltà a monitorare e seguire il socio-sanitario. Nonostante queste difficoltà generali e di quadro, occorre dare atto che la Regione sta cercando di applicare anche in questo pezzo di Toscana il diritto alla salute: proprio per questa attenzione, dimostrata anche dalla disponibilità dell’Assessore Enrico Rossi che ringraziamo, ci è sembrato utile, a quasi un anno di distanza dall’ultima occasione pubblica, ragionare insieme di SOCIETA’ della SALUTE. Non sappiamo se nella nostra zona sociosanitaria (dell’ Asl 6), Asl e Comuni ne stiano discutendo; certo è che sarebbe utile lo facesse l’Elba, per le proprie peculiarità insulari, sarebbe utile lo facessero i Comuni che la legge indica come i titolari della sanità. (Non se ne parla, o se se ne parla non se ne sa nulla, nonostante la nota preponderanza di Sindaci medici). L’ atto di indirizzo della Giunta Regionale Toscana per avviare la sperimentazione delle Società della salute (maggio 2003), ha il pregio di prevedere, dopo l’ aziendalizzazione avutasi con la costituzione delle Asl (1992) un correttivo ‘sociale’, riportando dalla mani del manager a quelle del Sindaco l’ultima parola (ovviamente la strada è quella della concertazione) in materia di orientamenti e scelte. Condividiamo la stessa scelta delle forma consorzio, anziché Spa, così come anche la Cgil ha sostenuto fin dall’inizio. E’ la formalizzazione di una responsabilità dei Sindaci che già c’era, ma “attutita’ dal soggetto Asl e dalla frammentazione delle competenze; con le Società della Salute decide invece la comunità locale: è evidente il vantaggio immediato: una regia unica tra Comune/i e Asl di competenze oggi divise a metà : l’ Elba (gli elbani ..) degli otto Comuni, in attesa di una semplificazione amministrativa non più rinviabile, ne trarrebbe un indubbio vantaggio (o forse l’ esistenza stessa degli 8 Comuni sarà l’ ostacolo insormontabile anche in questo caso). Con le SdS si apre un processo di democratizzazione, poiché accanto all’ Azienda si reintroduce la rappresentanza locale sul versante della domanda ; al di là della formalizzazione o meno di una Società della Salute che contenga l’ Elba (vi sono dimensioni minime opportune ?) l’ attenzione di Asl e Comuni alla domanda di servizi e dei loro standard che viene dal territorio resta la chiave di ogni politica sanitaria a prescindere dalla forma gestionale. Standard di qualità delle prestazioni, Piani Integrati di salute, centralità del Dipartimento di Prevenzione, definizione delle modalità d’ accesso ed erogazione della specialistica ambulatoriale ed ospedaliera, percorsi assistenziali integrati, relazioni annuali sullo stato di salute, sono alcune delle funzioni previste dall’ atto di indirizzo regionale che lancia la sperimentazione delle SdS: sono, ovviamente, gli stessi principi ispiratori del Piano sanitario regionale vigente, quelli di riferimento per l’ attuale Asl e gli attuali Comuni elbani. Questioni sulle quali, come emergerà dal convegno, è necessario e possibile in molti casi migliorare, nel rispetto e valorizzazione degli operatori come dei cittadini - utenti.


sala operatoria ospedale

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