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Concordia: c'è in atto un cedimento strutturale?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 14 febbraio 2012

Da qualche giorno si rincorrono voci non confermate sullo stato della Costa Concordia, provenienti da fonti che chiedono di rimanere anonime. La struttura coordinata dal Commissario Gabrielli, secondo Il Tirreno, anche ieri sera (13.02) affermava che il monitoraggio sulle condizioni della nave non segnala anomalie (il che, francamente, dice poco). Circa una settimana prima era circolata la notizia, successivamente smentita, che il relitto sarebbe stato separato in più parti per permetterne il recupero. Questa mattina (14.02) sempre il Tirreno parla di collassamento della struttura della nave, che sembra trattenuta dove si trova soltanto su due punti. Il rischio è che un eventuale affondamento, fino a che punto controllato non sappiamo, depositi sui fondali del Giglio una fonte di inquinamento tale da poter durare anni. Il relitto della Costa Concordia non è equiraparabile ad altri che si trovano sui fondali dell’arcipelago. Per le dimensioni, la quantità dei materiali stivati e dei carburanti dei quali si è appena iniziato il recupero la carcassa della Concordia, se non svuotata e ricoverata in arsenali adeguati al suo smantellamento, rischia di diventare una catastrofe prolungata almeno per le isole Toscane e le coste prospicienti il Giglio. Dopo oltre un mese dal naufragio del 13 gennaio appare urgente e necessario che tutti gli enti interessati, dai Comuni alla Regione, dal Parco al Ministero dell’Ambiente esigano la massima chiarezza sulle attività in corso, sui programmi di rimozione del relitto, sugli interventi necessari ad evitarne l’affondamento e sui tempi necessari a completare tutte le operazioni e, ovviamente, ne informino in modo puntuale la popolazione.


concordia affondata punto 3

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