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Controcopertina - Fratini: Luci ed Ombre della Tassa di Sbarco o di Accesso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 12 febbraio 2012

Il compatto fronte del no alla tassa di soggiorno, resuscitata lo scorso anno dal decreto legislativo sul federalismo fiscale municipale, comincia a mostrare qualche crepa. Il Sindaco di Portoferraio, in un primo momento fortemente contrario, ha compreso che tutto sommato non sarebbe un male. Altri primi cittadini sembra non nutrano più quella avversione in origine manifestata. L’Associazione nazionale dei Comuni delle isole minori ha proposto, in alternativa, l’introduzione di una tassa di “sbarco” , anzi di “accesso”. Un comunicato della Associazione di qualche tempo fa dava per certo l’o.k. del Governo Monti. Ma, con il passare del tempo, le certezze si sono ridotte al lumicino. Non abbiamo visto traccia della curiosa tassa nei decreti “salva” e “cresci Italia”. Si era diffusa la voce che sarebbe stata inserita nel decreto sulle liberalizzazioni e poi in quello sulle semplificazioni, ma così non è successo. E’ in arrivo un nuovo decreto legge in materia fiscale, ma conterrà alcuni aggiustamenti nella applicazione dell’IMU ( ex ICI). Ci dispiace per chi l’ha proposta e sostenuta, ma crediamo che una tassa per “accedere” in una parte del suolo nazionale, quello insulare, non possa vedere mai la luce. E non tanto per le evidenti difficoltà di applicazione nelle isole con più Comuni come la nostra ( chi dovrebbe istituirla? come verrebbe distribuita tra i Comuni?), ma piuttosto perché su di essa gravano pesanti sospetti di illegittimità. Sarebbe una imposizione che avrebbe come oggetto l’esercizio di un diritto fondamentale delle persone, quello alla libera circolazione, che non può essere sottoposto a visti, autorizzazioni o balzelli vari. Ma oltre che di complicata applicazione e illegittima, sarebbe anche ingiusta perché graverebbe nella medesima misura su chi sceglie un’isola per due/tre giorni in occasione di un ponte e su chi, invece, decide di passarci un più lungo periodo di vacanza. E’ stato detto da più parti che, mentre la tassa di accesso la pagherebbero tutti, quella di soggiorno, invece, soltanto i turisti che soggiornano nelle strutture ricettive ufficiali. Insomma rimarrebbero esenti gli ospiti della ricettività “sommersa”, non registrata ( in particolare le case in affitto ). Ma questo non è un buon motivo per non applicarla. L’evasione non è una novità. C’è stata e c’è ancora, ad esempio, nell’ICI. Molti Comuni in questi ultimi anni si sono adoperati per eliminarla, con ottimi risultati. Introdotta la nuova tassa potranno fare altrettanto, cercando appunto di far emergere il “sommerso”.Che non è poca cosa. Il Presidente della Associazione albergatoti Ing. De Ferrari ha parlato di 5 milioni di presenze annuali che ufficialmente non compaiono. E faremmo anche emergere, in questo modo, una non trascurabile quantità di redditi che non vengono dichiarati. Facendo un conto molto semplice, dato che le presenze giornaliere nelle strutture ufficiali, anche in questo periodo di crisi, si aggirano, in un anno, sui 3 milioni, secondo i dati forniti dalla Amministrazione provinciale, applicando una tariffa media di un euro al giorno, i Comuni elbani potrebbero contare su un gettito finanziario, non una tantum, ma annuale di circa 3 milioni di euro, che potrebbe aumentare di oltre un milione, recuperando, nei primi anni, anche soltanto un 20/25% dell’evasione. Altra considerazione da fare è che il decreto sul federalismo fiscale municipale stabilisce che i Comuni dovranno utilizzare gli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno finanziando esclusivamente interventi che contribuiscano al miglioramento della loro immagine turistica. Con quei soldi non potranno far fronte a qualunque spesa; dovranno solo migliorare l’igiene e il decoro dei centri urbani; garantire efficienti servizi di trasporto pubblico; curare l’ambiente e i beni culturali; prevedere contributi alle strutture ricettive su progetti innovativi, finalizzati a garantirne la competitività ed infine potenziare i servizi di accoglienza e di promozione turistica. E la destinazione delle nuove risorse finanziarie deve essere disciplinata da un Regolamento comunale da concordare con i rappresentanti degli Operatori turistici. Ma c’è di più. In cambio del pagamento della tassa di soggiorno, potrebbe essere consegnata al turista una “tessera di benvenuto” che gli consenta di utilizzare alcuni servizi pubblici (il bus per le spiagge) o visitare alcuni beni culturali comunali (musei archeologici o dei minerali) gratuitamente. Il Sindaco di Portoferraio ha affermato che c’è un bisogno assoluto ed immediato di “politiche di rilancio del territorio”. Giustissimo. I Sindaci hanno dato vita ad una gestione associata (evento straordinario!) dei servizi turistici, ma i Comuni hanno scarse disponibilità. Anche con il contributo promesso dalla Provincia (sulla cui effettiva erogazione, peraltro, grava da mesi una incomprensibile e disarmante “cappa” di incertezza) il badget annuo della gestione associata dovrebbe aggirasi sui 200 mila euro con cui si dovrà far fronte innanzi tutto alle spese per il personale e a quelle generali di funzionamento degli uffici. Per l’accoglienza e la promozione, dunque, solo pochi spiccioli. In Val di Cornia, nel Chianti, in Val di Pesa, insomma nella stragrande maggioranza delle zone turistiche in Toscana, come in tutta Italia, la tassa di soggiorno è già stata o verrà applicata. E’ giunto il momento che anche chi, tra i Sindaci, fino ad oggi si è opposto, cominci a rivedere la propria posizione. Sarebbe anche auspicabile che la Conferenza dei Sindaci riuscisse a concordare tempi e modalità di applicazione e a definire una regolamentazione comune, d’intesa, come prevede la legge, con le Associazioni delle Imprese turistiche.


pullman giraglia sbarco

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