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Controcopertina: Welcome to the Jungle

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 11 febbraio 2012

L'altra sera ho inviato questo pensierino meteoantipatico a un amica per un parere... "Mi stai facendo preoccupare, non sarai mica depresso?", allora l'ho fatto decantare qualche giorno, c'ho riflettuto "Mi pare di no!!!"... voi che dite? Facebook mi chiede “A cosa stai pensando”... a una cosa seria ;)... a come vivere il quotidiano... vivere il quotidiano significa, sempre che non ci accada qualcosa di spiacevole, pensare in positivo (salvo alcuni caratteri pessimisti in natura) o comunque alzarsi la mattina e continuare nel nostro vissuto nonostante notizie, sentori, inquietudini di una crisi economica che ci sta modificando “leggermente” le abitudini, ma per poco perché come tutti i temporali poi passano e sembra lacerare altri, quelli dai volti spiaccicati su di un teleschermo digitale le cui storie sono narrate da un'audio dolby surround, per chi ce l'ha. É solo televisione, dove le persone sembrano comparse, tutti bravi attori, cazzo sembrano veri, trasmettono emozioni e l'indignazione è funzionale al tempo del servizio, dopo per noi spettatori tutto scivola come la pubblicità, salvo un tarlo nella testa che ogni tanto fa capolino. La realtà è un'altra cosa, è fatta di carne e di sangue, puzza, è fastidiosa perché non ammette alibi per nessuno. Oppure essere coscienti che non è purtroppo un temporale, ma qualcosa di più, le prime gocce di un diluvio universale, che quello che vediamo è solo una piccola parte della voragine in cui stiamo precipitando e nonostante questo vivere il quotidiano come sempre. Io faccio così, lo faccio per me, lo faccio per i bimbi, ve lo immaginate trasmettere un pensiero così catastrofico a tre creature che il mondo lo hanno appena annusato, io che ho avuto la fortuna di avere l'infanzia più bella del mondo, sarebbe ingiusto e da pazzi. Il sistema economico che ci governa sta fallendo, anzi lo è già, e parlando con molte persone noto che non percepiscono la portata devastante che avrà sulle dinamiche sociali tra le persone, sulla pelle delle persone. Dico che il sistema economico è già fallito perché ce lo stanno dicendo tutti i santi giorni con parole in codice che sembrano non avere senso, nomi come Spread, sigle con FMI e BCE, confondono e paiono non c'entrare nulla con la realtà, ma se le traduciamo c'è scritto tutto. Non so se avete notato, su tutti i media è uscito che gli interventi monetati da parte dell'FMI non saranno più nella misura di miliardi, ma si parla di trilioni, così farà anche al BCE per acquistare i titoli di Stato dei paesi in difficoltà, la finanza sta puntando al rialzo cercando di sostenere dei paesi dove non c'è più economia, nel senso che non c'è più uno strato produttivo, i cosiddetti settori strategici, ma anche quelli classici. Ci stiamo trovando la finanza che sostiene la finanza e non l'economia reale, il valore di una paese si stima solo in base alla capacità imprenditoriale che hanno le aziende di produrre ricchezza (siano esse pubbliche o private, medie o piccole). In Italia le poche che sono rimaste sono in perdita o in grossa difficoltà, solo questa considerazione è già per se drammatica per il meccanismo in atto, aggiungiamoci poi tutto il resto, il debito pubblico, il Sistema Italia nella gestione di ogni settore, etc, etc. Queste iniezioni di liquidità agli Stati sono come del viagra a chi non c'ha più la fava, un'illusione da far impazzire dalla voglia quel poverino, o come un'overdose per un drogato, il collasso. In un'economia globalizzata dove una scorreggia fatta in Italia la sentono in Cina ci sarà un'epidemia finanziaria tra gli Stati e quello che accade in Grecia (quanto poco ci raccontano) accadrà agli altri Stati, noi tra i primi, perché un sistema che crolla si porta a fondo tutti quelli legati. Voglio solo ricordare che una crisi ben più circoscritta e minore se vogliamo, ha portato al Nazismo in Germania e alla seconda Guerra Mondiale. Minore anche sotto l'aspetto della percezione, a quel tempo le persone non avevano a un tenore di vita agiato, i privilegiati erano solo una piccola parte, noi uomini contemporanei degli ultimi trent'anni siamo stati fino ad oggi, almeno come maggioranza, dediti a una vita improntata sul consumo di beni, alla ricerca del benessere economico, poco inclini al sacrificio e molto all'individualismo sfrenato, lontani anni luce da tutto ciò che è collettivo, sia esso di natura ideologica o religiosa. Trovarsi catapultati in un'ottica di sopravvivenza e senza un sentore comune dell'esistenza, con questa mentalità ormai da Dna sarà una guerra su tutti i fronti. Sarà la guerra e non sarà evitabile, questo sistema finanziario globale che ci governa non si sconfigge neanche uniti, il sistema si annienta da solo, è nella sua natura, si deve arrivare ad un azzeramento di tutto con le conseguenze apocalittiche del caso. Qualcuno potrà obbiettare che quel tipo di sistema è creato e governato cmq da persone, quindi domabile, replico che il potere economico a questi livelli è ormai autonomo, è un meccanismo, che come tale si deve rompere per fermarsi, le persone, che forse non lo guidano più (per quello penso sia autonomo, è sfuggito di mano), sono troppe e con possibilità immense e immensa incoscienza e avidità, andrebbero eliminate fisicamente e contemporaneamente tutte, sarebbe matematicamente impossibile, nemmeno ci fosse Rambo ;). Ecco cosa mi aspetto a breve, ma non lo darò a vedere, lavorerò, amerò, m'incazzerò, tiferò Inter, tutto come sempre, aspetterò vivendomi la vita, la cosa più bella che ci sia stata donata e almeno inizialmente gratis ;))). Cosa facciamo poi noi tutti i giorni? Sopravviviamo chi meglio che peggio alla Morte che arriverà per tutti. L'unica cosa che mi fa girare le palle di questa catastrofe annunciata è che poteva essere evitata a differenza della Morte, l'uomo è davvero principe dei suoi destini, peccato che la storia insegni una cosa e gli individui capiscano solo come replicare e amplificare gli errori. Vi prego di non giudicarmi male, un qualunquista che non vuol combattere una battaglia persa alla fine (andava combattuta in partenza), aspetto la guerra, mi farò trovare in quel momento e spero di esserci quando si dovranno raccogliere le macerie di questo vecchio mondo, perché mi piacerebbe trovare negli occhi delle persone quella luce che spacca il cielo nel momento della ricostruzione, la stessa descritta da mio nonno, quando molti uomini come lui senza cariche ne pretese si presero in collo questo paese alla fine della seconda guerra mondiale, quando tutto era possibile, quando un nuovo mondo era possibile. Dice il saggio "Dietro un pensiero scuro c'è sempre un pò di luce... anche se è quella di un'abat jour".


regini federico 2012

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