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A Sciambere di Baba Jaga

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 11 febbraio 2012

Un nostro avo che si muoveva sulla crosta della terra (zappandone parecchia) sui contrafforti del Monte Capanne, usava domandarsi: "Rompe più li coglioni il caldo boia o il freddo becco?" e si rispondeva :"quando fa freddo ti còpri, se fa più freddo ti ricòpri, ma quando fa caldo che ti sei cavato anco l'ultima maglia, se fa più caldo che fai? ti cavi la pelle?" Come dire che al freddo un rimedio comunque lo si trova, e che occorrerebbe pure misurarsi con le intemperie del "verno algente" con un filo più di cristiana (o laica a scelta) rassegnazione e un po' più di saggezza. Saggio ad esempio è evitare come la peste gli "speciali neve" confezionati dai gazzettieri di una TV perennemente a corto di idee originali e che si nutre (e peggio nutre l'acritico teleutente) di luoghi comuni e di banalità. Per condire questi infiniti ragionamenti sull'ovvio niente di meglio ad esempio che condire con termini esotici il vuoto eloquio, e trasformare una nostrana bora in "buran", una grecalata di quelle sode con allegata la neve in "blizzard" e via sproloquiando. L'altro giorno su una rete mediaset (che quanto a favate non vuole mai essere seconda a nessuno) abbiamo sentito perfino citare Baba Jaga, stregonesco personaggio femmineo della mitologia slava, collegato nell'immaginario collettivo dei Mugik e zone collegate ai grandi freddi. Abbiamo deciso che con Baba Jaga si era passato il segno, e, mentre praticavamo del sempre apprezzabile risparmio energetico spengendo la TV, abbiamo vagheggiato: "Aridatece il colonnello Bernacca!"


Neve 10/02/2012 pomonte

Neve 10/02/2012 pomonte