Il sospetto che da tempo serpeggiava sembra confermato: Alemanno è di fuori come un balcone. Nell'ultima, strepitosa, performance invernale il sindaco di Roma ha dato il meglio di sè, tanto da ricordare un rutelli in versione san bernardo. Dopo aver dimenticato di prepararsi sulle nevicate e aver accusato la Protezione Civile nuova versione di non avergli passato gli appunti, il vedovo di Bertolaso in un titanico sforzo organizzativo ha deciso di combattere l’emergenza ormai vittoriosa invitando i romani a munirsi delle pale disponibili in alcune, 4 (dicesi quattro in tutta Roma), circoscrizioni dell’urbe (rimedio moderno e al passo con i tempi direbbe l’on. ex sindaco) e contemporaneamente ha chiesto agli stessi romani che dovevano andare a prendere le pale di non muoversi di casa. Misteri della psiche umana innevata. Indubbiamente Alemanno è stato il più sfigato fra quelli che venivano definiti i caporali (senza offesa per i caporali veri) di fini. Tutti gli altri, da Gasparri a La Russa, per campare han potuto accontentarsi di leggere il labiale del berlusca e ripetere quel poco che avevano capito. (Trattandosi per il volonteroso Gasparri di uno sforzo impari, veniva rifornito di testi scritti con le parole grandi e semplici, un po’ come il “gobbo” della tv). Alemanno invece avrebbe dovuto lavorare davvero, fare il sindaco di una metropoli, e qui è cascato l’asino (senza offesa per gli asini veri - gasparri non parlo di lei, dico quelli con le orecchie lunghe). Può darsi che il freddo intenso abbia bloccato alcuni scambi importanti dei binari, del resto insufficienti anche con la bella stagione, che attraversano e collegano il modesto spazio sul quale la materia grigia/nera del sopracitato Alemanno riposa. Ma temo che lo stesso sopracitato possa, immeritevolmente, dormire sonni tranquilli. Se dispone di quel minimo di culo che gli garantirà la mancanza di neve per i prossimi due o tre anni ci sta che, quando verrà il tempo, i romani lo rivotino, dimentichi e felici.
Neve fiorentina