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CFS con PNAT e ISPRA: Protezione di Montecristo obbiettivo di scala internazionale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 04 febbraio 2012

"Per quanto pubblicato sulla stampa circa la presa di posizione della esperta scientifica dell’Enpa relativamente alla questione eliminazione del ratto nero - si legge in un comunicato del gruppo che ha curato il progetto - si ritengono doverose alcune precisazioni. Il progetto MONTECRISTO 2010 è stato cofinanziato dall’Unione Europea al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali - Corpo Forestale dello Stato - che lo ha proposto e che ne risulta il principale beneficiario. I partner del progetto sono l’ISPRA, la struttura tecnico-scientifica del Ministero dell’Ambiente delegata – fra l’altro – alla gestione della fauna; il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che ha compiti definiti dalla Legge 394/91 e dal Decreto Istitutivo per cui persegue la conservazione del patrimonio naturale; la società NEMO, che ha già realizzato analoghi interventi con successo in altre isole italiane (Giannutri, isole comprese nell’Area Marina Protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo, Isola di Zannone nel Parco Nazionale del Circeo)". 2. Le operazioni avvengono nella Riserva Naturale dello Stato dell’Isola di Montecristo che è gestita e vigilata dall’Ufficio Territoriale per la Biodiversità (reparto del Corpo Forestale dello Stato deputato alla tutela delle riserve dello Stato) di Follonica e posta sotto lo sguardo attento del Consiglio d’Europa, che ha assegnato il Diploma europeo e periodicamente chiede conto dello stato di conservazione delle specie e degli habitat per cui vige il particolare regime di controllo. Per mantenere questo diploma la fruizione è limitatissima ed è l’UTB di Follonica il responsabile dei permessi di accesso. 3. Il ratto nero è la specie che, nel mondo, ha provocato il maggior numero di estinzioni, avvenute soprattutto nelle isole. Per questa ragione, negli ultimi decenni le eradicazioni di ratti sono una pratica sempre più comune e, ad oggi, sono state effettuate su circa 600 isole, alcune con un’estensione di 12 volte superiore rispetto a Montecristo. Gli uccelli marini sono particolarmente vulnerabili alla predazione da parte del ratto nero che, letteralmente, mangia vivi i pulcini di queste specie prive di comportamenti difensivi verso i predatori terrestri introdotti dall’uomo. Il danno è rilevante su uova e pulcini appena schiusi e a farne le spese sono specie quali la berta minore (presente a Montecristo con una delle maggiori popolazioni italiane) in quanto ogni anno vengono colpiti fino al 100% dei nidi, per cui questa specie, assieme ad altre, è inevitabilmente destinata all’estinzione in assenza di operazioni come questa. Il primo risultato atteso del progetto è la cessazione di questa strage (stimati circa 700 pulcini uccisi ogni anno). 5. A Montecristo, nell’area che ospita il molo e le poche abitazioni e in un’ampia zona circostante accessibile a piedi, le esche sono state poste nelle normali scatolette nere che chiunque è abituato a vedere nei luoghi abitati, comprese le aree giochi per bambini. In queste condizioni il rischio d’intossicazione per cani e gatti domestici è reale e spesso elevato, così come lo è nelle zone agricole per rapaci notturni, volpi, faine, ecc.. A Montecristo non ci sono mammiferi predatori, e nella stagione invernale, i rapaci sono presenti in numero ridottissimo (assai inferiore rispetto alle zone agricole della terraferma). Nel restante territorio dell’isola, praticamente inaccessibile, sono state distribuite con un elicottero delle esche che si deteriorano rapidamente dopo le prime precipitazioni (quindi a minima persistenza), in quantitativi modesti in rapporto alla superficie dell’isola: circa 10 kg di esche a base di cereali per ettaro, contenenti una dose complessiva di principio attivo pari a mezzo grammo per ettaro; ulteriori distribuzioni sono previste solo in un limitatissimo settore dell’isola. E’ stata effettuata un’approfondita analisi dei rischi per le specie “non bersaglio” e sono state adottate tutte le misure utili per ridurre al minimo i casi di intossicazione, secondo le procedure comunemente adottate per queste operazioni. Per ridurre il possibile rischio per le capre (comunque basso) numerosi esemplari sono stati isolati in un’area dove non si procede al trattamento aereo. I remoti effetti negativi sono di gran lunga inferiori ai benefici previsti; gli eventuali casi di mortalità a carico del comunissimo gabbiano reale saranno prevedibilmente di gran lunga inferiori alla mortalità provocata dal ratto nero sui pulcini di berta minore, e saranno ovviamente circoscritti al periodo dell’intervento, diversamente da quelli causati dai ratti che si ripetono ogni anno. 4. L’eliminazione dei ratti è un obiettivo perseguito ovunque nei luoghi abitati dalle comunità umane, per gli effetti molto pericolosi della trasmissione di malattie infettive e per l’attacco alle derrate alimentare. Il rodenticida scelto per l’intervento di Montecristo è uno di quelli più utilizzati nelle normali operazioni di derattizzazione condotte in aree abitate, nelle industrie alimentari e in zone agricole, e i prodotti utilizzati sono comunemente reperibili in commercio e chiunque li può acquistare senza particolari limitazioni. 6. Il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie secondo quanto indicato dalle normative vigenti. Ogni informazione di maggiore dettaglio sul progetto è consultabile sul sito www.montecristo.2010 Firmato Il gruppo di coordinamento del progetto: Corpo Forestale dello Stato – UTB Follonica – Ispra – Parco Nazionale Arcipelago Toscano – Nemo.


pulcino morente montecristo

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