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Perché il Pd cincischia sui parchi?

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 31 gennaio 2012

Mentre impazza la polemica tra le associazioni ambientaliste sulla legge in discussione al Senato che prevede modifiche gravi alla 394, ho trovato strano che l’Unità pur attenta ad altri aspetti ambientali non abbia –almeno finora- detto parola neppure in cronaca Toscana. E in questo senso ho scritto anche al direttore e poi scopro per caso una dichiarazione -non reperibile neppure sul sito del partito- fatta a nome degli ecodem –ossia gli ecologisti democratici-da uno che si occupa di fauna viva e abbattuta secondo cui la legge va bene e serve prudenza e sangue freddo. In effetti dopo le dichiarazioni del presidente di Legambiente modello Grillo -Santanchè è bene darsi una calmata. Ma è anche finalmente necessario capirsi e capire cosa c’è in gioco anche per evitare infortuni clamorosi al Pd come già gli accadde non molto tempo quando mise tra i suoi 10 punti per Salvare l’Italia lo scioglimento dei parchi regionali richiesto dall’UPI -che ora deve occuparsi e preoccuparsi di altri scioglimenti- mentre nel Lazio la Polverini sembra considerarla ancora una buona strada da seguire. E la prima cosa da capire è perché chi fino a non molto tempo fa non considerava assolutamente una priorità cambiare la legge ora ne fa una questione vitale e pregiudiziale. Forse perché si sono finalmente messe in chiaro le politiche da varare per evitare il fallimento dei parchi per cui qualche aggiustamento e manutenzione può aiutarne la realizzazione? Assolutamente no perché da tempo ormai a differenza di quanto bene o male avviene per tutti gli altri livelli istituzionali per i parchi non vi è neppure un tavolo ove si possa discutere del da farsi. La Prestigiacomo trovò persino il modo di parlarne con la cricca di Bisignani ma non con i parchi. Ad un certo punto dopo varie denunce e critiche in particolare da parte di Legambiente per come vanno le cose specialmente per le aree protette marine -di cui si è parlato più volte anche al Salone nautico di Genova e da parte della Goletta verde- di colpo si mette mano ad una legge rivolta principalmente a separare ulteriormente anzichè integrare aree terresti e marine come avviene in tutta Europa. Qui si c’è un lupo cattivo di cui farebbe bene ad avere un po’ più paura anche il D’Artagnan dell’ambientalismo a cui manca ora di aggiungere solo il celebre Vaffa. Va infatti ribadito che le aree protette marine sono effettivamente tra le più malmesse dal malgoverno ministeriale ma proprio per questo è scandaloso che la nuova legge stabilisca che ad occuparsene deve essere ora solo il ministero tanto da cancellare la norma della 394 che prevede anche a mare la possibilità di istituire aree marine regionali. E qui bisogna fermarsi perché da allora quella norma a differenza di altre è rimasta al suo posto non toccata dalla girandola di emendamenti in cui si sono affannati anche coloro che avrebbero dovuto pensarci che invece e stranamente e misteriosamente non è mai citata. Ho partecipato in sedi diverse al dibattito sulla legge ma sono stato sempre il solo o quasi a far notare questo indecoroso tentativo di ulteriore accentramento ed espulsione regionale. Ma non ho avuto fortuna. E così torno al Pd perché i silenzi di Federparchi, di Legambiente e di altri riguardano appunto anche il partito i cui senatori neppure dopo il Giglio e le vicende dell’Arcipelago sembrano turbati. Bersani giustamente pretende che il partito su tutte le questioni importanti presenti proposte precise e chiare specie ora con il nuovo governo. I parchi sono esentati? A Clini il Pd cosa presenta gli auguri di buon lavoro alla commissione? Anche il Pd deve darsi una mossa se vuole evitare nuovi pasticci ai parchi.


bosco 1

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