Il recente documento delle associazioni ambientaliste per fermare la riforma inutile e dannosa della legge 394 sui parchi di cui sta discutendo il Senato ha l’innegabile merito di richiamare con autorevolezza e competenza le forze politiche e relative rappresentanze alle loro precise responsabilità legislative, istituzionali e culturali. In parole povere alle loro responsabilità di governo nazionale, regionale e locale. E di questi tempi specie dopo i disastri del Giglio e tutto il resto non è davvero poco. Manca tra le firme dell’Appello quella di Legambiente da sempre impegnata con autorevolezza e vigore a sostegno dei parchi come abbiamo potuto vedere anche in queste settimane all’Arcipelago Toscano. Qualunque sia la ragione della mancata firma siamo sicuri che non mancherà il suo impegno perché si cominci a cambiare registro a partire proprio dal Senato dove dopo i fallimenti della gestione Prestigiacomo non ci si aspetta certo lo stravolgimento di una legge che ha il merito di avere finalmente allineato dignitosamente il nostro paese al resto dell’Europa. Qui si sono purtroppo fatti non pochi passi indietro ma questa è una ragione in più per fermare appunto -come dice l’Appello- le macchine prima che sia troppo tardi. Il fatto che anche l’Eurispes, fonte certo non sospettabile di ‘ambientalismo’. Rilevi nella sua relazione ( Rapporto Italia 2012) che: La Mancanza di strategie e politiche ambientali di medio e lungo periodo sta gravemente compromettendo la sopravvivenza del sistema delle aree naturali protette’, sta a significare che ci si sta finalmente accorgendo delle miopie di una stagione (lunga) di sottovalutazioni e politiche errate. Una conferma che l’appuntamento di Genova fissato per giugno dal Gruppo di San Rossore per il Rilancio dei parchi può davvero offrire una importante opportunità a tutti coloro che con ruoli e in sedi diverse sono in impegnati in difesa dei parchi e del loro futuro.
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