La storiaccia della Costa Crociere sta facendo emergere il meglio ed il peggio di questo Paese e facendo scoprire che ormai la normalità è diventata eroismo. Hanno fatto bene il presidente e l'assessore all'ambiente della regione Toscana, molte personalità e tutta la dirigenza nazionale e locale di Legambiente ad aderire alla richiesta di medaglia al valor civile alla popolazione del Giglio che ha trasformato la "nomale" solidarietà nel dono dell'urgente aiuto degli isolani ai naufraghi. Hanno fatto bene perché quell'umanità, che viene da una storia di mare ed isole che niente chiede in cambio, è il contraltare dell'osceno turismo del dolore e del disastro che dovremo subire, delle orde di consumatori dell'evento che la televisione ha sospinto sugli scogli del Giglio a fotografarsi sorridenti con il panino in mano davanti alla lussuosa balena arenata, alla ricerca di "emozioni" che non vengono più dalla vita reale ma mediate da quel che fa vedere la Tv, come hanno candidamente confessato molti di loro alle stesse Tv, felici di aver fatto il doppio colpo di esserci e di farsi vedere. Se ci pensate anche il disastro del Giglio è frutto di questa stessa concezione: ora si scopre che era cosa usuale, conosciuta ed incoraggiata dalla Costa e richiesta dal sindaco del Giglio Sergio Ortelli, come confermato nell'imbarazzante scambio di e-mail fra il primo cittadino e i comandanti che effettuavano l'accosto con il beneplacito della multinazionale del mare. Proprio Ortelli è l'altro imbarazzante ma defilato protagonista di questa vicenda, oscurato dall'improbabile guascone, il comandante Schettino, trasformatosi nell'immagine stessa della codardia e del disonore, del disprezzo delle regole e della sudditanza all'immagine di sé stesso e della compagnia. Ortelli un paio di giorni fa dalla prima pagina del Tirreno sventolava la bandiera tricolore dichiarando tutta la sua fierezza di essere italiano, peccato che quando venne istituito il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano, e poi ripetutamente anche negli anni passati nei momenti di più aspra polemica sull'istituzione dell'Area marina protetta dell'Arcipelago Toscano (che si deve fare solo dal 1982!), lo stesso Ortelli, al governo o all'opposizione al Giglio insieme al suo predecessore Giacomo Landini, fosse tra quelli che chiedevano l'annessione dell'Isola del Giglio alla Corsica e capeggiavano la rivolta (non solo verbale) contro quelle stesse istituzioni che oggi ringraziano fasciati del tricolore italico. Ma anche se ha lasciato cadere la bandiera bianca con la testa del moro della Corsica, Ortelli non rinuncia ad una polemica contro il parco: sabato, con la sua isola in emergenza e il gigantesco cadavere della sua concezione di turismo e dell'ambiente schiantato sugli scogli del suo porto, Ortelli non ha trovato niente di meglio di accusare, intervistato dalla trasmissione di Rai 3 "Ambiente Italia", i vincoli dell'Area marina protetta! Un'Area protetta che è una vera e propria fobia: sabato a greenreport è arrivato anche un comunicato di un membro del direttivo del Parco Nazionale, Yuri Tiberto, che dice che il disastro ci sarebbe stato anche se ci fosse stata l'Amp. Tiberto allega una cartografia con la proposta del ministero che avrebbe incluso Le Scole, dove si è sfracellata la Concordia, nella zona B, un'area dalla quale le grandi navi dovrebbero stare alla larga. Per sostenere la sua tesi che le Amp sarebbero ininfluenti Tiberto cita quella del Regno di Nettuno, ad Ischia, dove le navi da crociera scorrazzano impunemente e fanno gli inchini, peccato che Peppe Mazzara, di Legambiente Ischia, diceva a questo stesso giornale il 18 gennaio: «In particolare le navi spesso passano a nord ovest di Forio e transitano nel canale tra Ischia e Vivara (Area marina protetta Regno di Nettuno) attraversando sottocosta la zona B dell'Amp, sfilando di fronte ai Comuni di Lacco Ameno e Casamicciola e Ischia porto, in zona di fondali relativamente bassi. Quest'area d'estate è affollatissima di imbarcazioni e le coste sono piene di bagnanti. Le navi per entrare da questo lato sottocosta interferiscono con i movimenti dei cetacei cui è dedicata la zona D dell'Amp». E Legambiente Ischia sottolineava: «Le navi, non solo quelle della Costa, inoltre usano qualche volta ormeggiare dentro la zona B dell'Amp quindi sulle praterie di posidonia, di fronte al Castello Aragonese, oppure nella zona tra Casamicciola e Ischia. Tale comportamento è vietato dal regolamento dell'Amp». Secondo Mazzara, «La tolleranza si giustifica con il miraggio delle " orde " di crocieristi pronti a sbarcare ad Ischia se solo ci fossero infrastrutture adatte». Forse Ortelli, che pure è un acceso sostenitore del mega-porto al Giglio cassato dalla precedente amministrazione di centro-sinistra, non pensa alle navi da crociera, si accontentava di farle passare vicino alle sue coste non protette, proprio come ha chiesto circa 3 anni fa Confcommercio di Ischia, perché ci sarebbe stato "un ritorno d'immagine"... si è visto quale sia stato, a meno che non si parli dell'osceno turismo del dolore e della catastrofe, lo stesso che si precipiterebbe (dopo una copertura televisiva ben orchestrata) a fotografare il mare del Giglio se la Costa Concordia dovesse sputare nel Santuario dei cetacei e nel Mar Tirreno non protetto le migliaia di tonnellate di veleni che contiene. Un ritorno di immagine che invece Ortelli non reputò esserci a pochi giorni, anzi ore, dalla sua elezione, quando due anni fa nel mare di Giglio Campese fu avvistata una coppia di foche in corteggiamento: sia lui che Tiberto (che dopo cambiò idea quando una foca monaca fu avvistata a Pomonte, all'Isola d'Elba) di fronte alle foto di questo vero, magnifico e raro spettacolo della natura, che testimoniava la bellezza e la salute del mare del Giglio e dell'Arcipelago, non trovarono di meglio che accusare Legambiente di aver fatto un fotomontaggio per chiedere l'istituzione della pericolosissima Area marina protetta. Invece le navi da 350 metri della Costa Crociere che fanno l'inchino nel mare non protetto che circonda un pezzo di Parco nazionale erano molto gradite e richieste. Siamo al cortocircuito politico ed amministrativo e le giravolte del sindaco stridono fortemente con lo stile rigoroso e preoccupato del ministro Clini e del Presidente della regione Rossi, per non parlare del rigore tecnico del capo della protezione civile Franco Gabrielli. Noi preferiamo il secondo approccio politico e crediamo ancora che la notizia dell'avvistamento di una foca monaca sia per il Giglio molto più importante, anche che dal punto della promozione turistica, dell'"inchino" di una mega-nave da crociera.
concordia affondata 2