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A sciambere del Titanic di pietra

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 19 gennaio 2012

C’è una cosa che ci lascia particolarmente interdetti in queste ore ed è l’attenzione a due velocità che registriamo nella comunità nella quale viviamo per quanto è accaduto e sta accadendo all’Isola del Giglio. Si sente ragionare all’infinito sui dettagli della tragedia, con un’attenzione al limite della morbosità sulla (ne scrivevamo ieri) inettitudine di quello ed il valore di quello, molta meno attenzione registriamo invece sul pericolo terribile, reale pericolo che incombe sul nostro territorio. Mettiamola così, sui fondali del Giglio giace, e giacerà per chissà quanto ancora, una devastante bomba ecologica che potrebbe in qualsiasi momento esplodere, provocando una catastrofe ambientale probabilmente senza precedenti per il nostro arcipelago e per la costa, e che diverrebbe inevitabilmente anche una catastrofe economica e sociale. Logica vorrebbe che le amministrazioni locali con una tale mannaia sospesa sul capo iniziassero a ragionare sul che fare nel peggiore dei casi, nel possibile caso che quelle 2400 tonnellate di idrocarburi finissero in mare. Logica vorrebbe che chi di dovere iniziasse a pensare a come mobilitare il massimo numero di persone e mezzi e con la massima efficienza di fronte ad una marea nera grande e devastante quanto mai prima. Logica vorrebbe, appunto … invece sul ponte di prima classe di questo Titanic di pietra si continua a ballare e a bere champagne.


titanic

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