Qualche sciarpa, cappellini, maglie, piccoli preziosi, indumenti e giochi per i bimbi, libri e profumi sembrano essere stati protagonisti tra i regali di Natale, ma in generale grande mosciura, per dirla all'elbana, in fatto di compere. Diversi commercianti preoccupati, c'è chi pensa di chiudere, se non l'ha già fatto, c'è chi se la prende col Comune, ma anche qualche nota positive. Marcello Giardini della Confcommercio dà la sua sentenza confermando la crisi legata la momento mondiale ma anche alla non felice situazione locale. "Si è puntato su piccoli regali, oppure sulla minore qualità pur di rispondere alla tradizionale abitudine dei regali per le festività, ma le cose non vanno bene. La crisi si fa sentire più degli anni scorsi". I commercianti di Portoferraio sono alle prese con i conti delle festività natalizie, casse non brillanti di solito e quindi gli acquisti non sono stati per niente rosei . Il cronista aveva fatto un giro per capire la situazione reale della città che fu di Napoleone e dei Medici. Molti non hanno voluto parlare, forse perché metter in piazza il loro imbarazzo. Ma c'è anche chi ha evitato solo perchè deve vedersela con i rari clienti. I più coraggiosi non sono mancati: è il caso del negozio Del Torto che si occupa di antichità in Calata. "I negozi da queste parti sono mezzi chiusi da 30 anni- ha detto Claudio Del Torto- in Calata ormai molti non incassano per ripagarsi della corrente elettrica. Per Natale abbiamo venduto qualche stampa d'epoca e bijoux. Il problema non è poi del tutto legato alla crisi, e fa capo alla città che muore, non è vitale. Abbiamo cercato con dei Comitati tra le categorie di tentare strade migliori, animazioni, niente è servito. Molti chiudono e i cambi di gestione sono frequenti. Giovani che tentano ma spesso falliscono. Io sono impegnato dal 1957, ormai stiamo aperti per pigrizia, ma anche per dare una chance alla città di avere un esercente in più che non molla e che dà un servizio di qualità. Una volta si doveva stare aperti tutto il giorno viste le buone affluenze". Sulla stessa lunghezza d'onda Dolores, negozio di abbigliamento della Calata, aperto da 42 anni, ora con insegna Joelle. "Crisi nera, -aveva detto la negoziante- il nostro centro storico è privo di iniziative. Non è colpa del Comune , sono le abitudini che cambiano, la gente sta a casa, non passeggia, vede la tv, i giovani sono attaccati a internet. Tutti si spostano in macchina non si passeggia e non si vedono più le vetrine. Molti vanno fuori Elba a fare acquisti. Vendute sciarpe per il Natale, cappellini, maglie. I giovani lavorano 6 mesi, poi con lo stipendio da disoccupazione niente male se ne vanno in Thailandia a godersela. Ci rifacciamo in estate". Qualche passo più in là Il Libraio. La musica era cambiata." Molto bene le vendite sotto Natale, libri, soprattutto romanzi, Niente crisi". E spostandosi nel cuore del centro storico è stato sentito cosa ne pensava Bambi, noto negozio di articoli da bambino. " Una situazione fallimentare e il Comune ha alcune responsabilità: la luminaria natalizia è stata veramente scarsa, il centro storico è abbandonato e non curato -dice la titolare- il traffico recentemente è stato bloccato e quindi la nostra zona è stata ancora più isolata. I nostri prodotti poi se la cavano sempre perché ai bambini c'è sempre qualcosa da regalare. Male anche la televisione che manda continuamente messaggi negativi su questa crisi e quindi la gente fa più attenzione a spendere". Sul versante dei gioielli le cose sono sembrate migliori, è il caso in via Carducci per le "Briciole d'oro" gestita da Andrea Feola, un giovane. " Pensavo peggio - ci ha detto - qualche piccolo regalo si fa, certamente gli acquisti dei tempi della lira ce li scordiamo con l'euro è tutto raddoppiato. Un problema che poi colpisce tutto il commercio e attendiamo gli ultimi due giorni prima di Natale : sono quelli in cui la gente acquista di più". Anche un altro gioielliere si è lamentato accennando anche al problema dell'oro che al grammo vale circa 40 euro in borsa e fa notare che si vendono solo piccoli oggetti e i clienti sembrano in difficoltà. "Poi ci sono due negozi di cinesi che spopolano", dice con preoccupazione. Crisi mondiale e crisi locale sembrano andare a braccetto."Ma quali regali- aveva detto un pensionato che vuole rimanere anonimo- siamo pieni di cose, oggetti spesso superflui. facciamo il Natale per aiutare chi ha più bisogno, un modo di educare i giovani alla solidarietà, e non solo per le feste".
salvadanaio maialino risparmio