Evacuato il "Concordia" si contano le vittime e si riportano i naufraghi in continente
Scritto da : Sergio RossiPubblicato in data : sabato, 14 gennaio 2012
Si stanno concludendo, alle 5 del mattino, con lo sbarco del comandante e dei suoi ufficiali le operazioni di soccorso a bordo del Concordia la nave da crociera della società Costa che rimane semiaffondata in secca, e sbandata di 20 gradi nella rada del Giglio a poca distanza dal porto. Mentre torna incerto il numero di coloro che hanno perso la vita nella sciagura (alcune fonti continuano a contare 5 persone morte altre 8) è certo che comunque resta un lavoro immane da fare a terra per curare i moltissimi feriti per trasferire i più gravi in strutture adeguate e anche "semplicemente" per scaricare la piccola isola dall'insostenibile numero di forzati ospiti, quelli che l'hanno raggiunta sulle scialuppe di salvataggio calate dalla nave, sui mezzi giunti in soccorso o a nuoto. A bordo del Concordia c'erano più di 4000 persone forse i traghetti riusciranno ad evacuarne la metà dal Giglio entro la prima mattinata di sabato, poi gradualmente andranno via anche gli altri che appena alle 19 erano partiti da Civitavecchia per una crociera rivelatasi breve quanto tragica, poiche l'avaria che ha costretto la gigantesca nave ad arenarsi è arrivata dopo sole due ore di navigazione. Più lunga è stata la notte per loro e per i gigliesi impegnati (tutti) allo spasimo in una gara di solidarietà che fa onore alla gente isolana e lunga è stata anche per i soccorritori "professionali" medici e paramedici, marinai, piloti degli elicotteri, forze dell'ordine che si sono occupati delle decine e decine di persone in più acuta difficoltà, raccolte, riscaldate, curate sul posto o trasferite d'urgenza in continente. Finisce qui la cronaca immediata della tragedia, ci sarà tempo per ragionare sulle inchieste che dovranno spiegare che cosa è realmente accaduto, perchè quel mastodonte, nato per uno spensierato e festaiolo navigare, resta malinconicamente piegato su una fiancata davanti al porto dopo aver dispensato una nottata di lutto, ferite, dolore e spavento.
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