Qualcosa, anzi più di qualcosa, inizia a muoversi sul fronte delle Ghiaie: un irrituale comunicato Verdi-Lega, il Tirreno che domani sparerà mezza pagina soprattutto di interviste alla gente portoferraiese, l’argomento che si affaccia nel forum di Camminando, i nostri vignettisti che mordono la stessa preda e perfino il tavolo cittadino dell’Ulivo si muove con sconosciuta rapidità, licenziando un comunicato congiunto che pubblicheremo domani, dai DS ci arriva anche la notizia di un’iniziativa pubblica. Il sasso che noi di Elbareport abbiamo tirato nello stagno, ha provocato un bel po’ di onde, non siamo ancora alla tempesta, ma non è detto che non monti una buriana di qui al 12 novembre. Ormai è chiaro che se la Giunta Ageno porterà a compimento un’operazione che continuiamo a pensare come politicamente, culturalmente, patrimonialmente sciagurata, non lo farà “alla zitta” come intendeva fare, pagherà pegno, salato come l’acqua delle Ghiaie. Apprendiamo in ultimo che domani (venerdì) il Sindaco di Portoferraio parlerà (finalmente) della questione, ovviamente dagli schermi di Teletirreno Elba (al solito per un 15-20 minuti appena e con brillantissimo contraddittorio). Ma è interessante soprattutto l’analisi di quanto a dichiarato la Presidente della Commissione Demanio Anna Lisa Di Pede ai colleghi del Tirreno, soprattutto per quanto riguarda il passaggio relativo alla sua posizione in aula se si asterrà da votare o meno (tenuto conto del rapporto di lavoro che ha e che la lega ad un beneficiario della vendita dell’area): “Non so, non ho ancora deciso, ho una settimana per pensarci”. La Di Pede (almeno ufficialmente) tentenna, la maggioranza traballa, ed è comunque appesa ad un voto. Ma chi glielo fa fare ad Ageno di andare a questa prova di forza, di mostrare muscoli che non ha, perché agire con la fretta di uno che ha una cambiale in scadenza? I possibili epiloghi se si andrà al voto saranno solo due: o la maggioranza andrà sotto ed Ageno farà una figura meschina, o vincerà ma come nella vicenda del canile, quella delle antenne, quella del Regolamento Urbanistico, accumulerà l’incazzatura ed il disprezzo di un altro nucleo consistente di cittadini, e paradossalmente crediamo che la seconda ipotesi sarebbe ancor più disastrosa della prima per la boccheggiante giunta di centrodestra. Chiudiamo prendendo lo spunto da una critica che ci hanno rivolto: quella di essere riusciti ancora una volta a sollevare una questione “contro” qualcuno o qualcosa, senza proporre nulla in positivo. Veramente noi una proposta ce l’avremmo, a partire dalla riacquisizione di parte di quelle aree nella pubblica disponibilità. Ma prima che gli iperliberisti di scaglino contro la nostra poca comprensione delle ragioni dell’imprenditoria, precisiamo che non intenderemmo affatto destinare quelle aree alla realizzazione di un centro sociale o a talaltra bolscevica finalità. Penseremmo addirittura di fittare con un contratto poliennale (ma non infinito) quelle aree, a costo contenuto o addirittura zero, all’imprenditore (o agli imprenditori) che si impegnassero a realizzarci su strutture riqualificate per aspetto e standard dei servizi turistici offerti, e che contemporaneamente si facessero carico della cura, manutenzione, miglioramento e guardianaggio dei giardini e di cura della parte della spiaggia delle Ghiaie libera da concessioni, che così dovrebbe restare perpetuamente, in modo da avere dei giardini aperti come una spiaggia ed una spiaggia pulita come un giardino. In un paese “normale” dove gli amministratori facessero politica senza bramosie di potere o soldi, dove i destini dei patrimoni pubblici non fossero influenzati dalle congiunzioni astrali o dal parere delle logge, si potrebbe fare.
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