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La ragazza "armata di telecamera in consiglio" a Rio Marina risponde

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 10 dicembre 2011

Scendo in campo, infine, sulla stampa pubblica, per rispondere a parte dell’ultima lettera inviata a mia madre dalla d.ssa Paola Mancuso, la quale si è divertita a descrivermi come la figlia della Barghini che, invece di pensare al futuro del paese, si presenta al Consiglio Comunale armata di telecamera, nell’aggressivo tentativo di “distruggere l’oggi” di Rio Marina (cit. “Un paese in cui le sue figlie potranno pensare a costruire il domani anziché provare a distruggere l’oggi armate di telecamera nelle prime file dei Consigli Comunali”). Avevo già precedentemente commentato tale uscita - a mio parere davvero poco felice - nei vari gruppi del famoso social network in cui la lettera era stata pubblicata, e persino sul blog di Camminando, ma oggi mi vedo costretta a fare chiarezza anche su questo canale (soprattutto perché mi sembra doveroso, dato che la lettera è stata pubblicata pure qui). Registrare i consigli comunali rientra nelle possibilità, nei diritti, del libero cittadino. L’esperienza di questi ultimi mesi mi ha insegnato quanto sia ragionevole documentare l'infinità di sciocchezze che vengono rifilate ai miei - ahimè - poveri concittadini; ne sono state dette così tante che diventerebbe difficile ribatterle tutte senza l'aiuto di una ripresa, qualcuna sfuggirebbe di sicuro. Inoltre, c’era stato un precedente che riguardava una registrazione di una passata seduta, che mia madre aveva richiesto invano, poichè – a detta della stessa Mancuso – ‘qualcuno’, durante il Consiglio, era inciampato nel filo del registratore e aveva scollegato il tutto; ho perciò fatto della sana ironia su tale episodio, ricollegandolo al perché preferisca portarmi dietro, al Consiglio, la mia fedele telecamerina, piuttosto che affidarmi alla registrazione ‘’ufficiale’’. Per quanto riguarda il mio non impegno nel futuro del paese, ho reso noto, infine, alla d.ssa – la quale pur non conoscendomi, si è permessa di parlare di me con tanta superficialità – che, mentre lei passa le sue giornate a guadagnare - non so come e non mi interessa - migliaia di euro mensili, io studio e ogni momento libero che ho, lo passo facendo volontariato al servizio di TUTTA la cittadinanza Elbana, senza prendere un centesimo. Queste mie considerazioni – ove da me pubblicate - non hanno ricevuto risposta (o, se l’hanno ricevuta, mi è sfuggita); tuttavia, un’amica stamani mi racconta che sul social network ha letto, al riguardo, ben 16 commenti che parlano di me, tra cui quello – che con tanta ansia aspettavo – della d.ssa Mancuso. Discussione, badate bene, che non avrei potuto notare senza l’aiuto e la segnalazione della mia amica, perché non essendo io “amica” su Facebook della Mancuso, non ne potevo intravedere traccia. A parte che il parlare di me pubblicamente su una bacheca di FB senza darmi l’occasione di ribattere, o per lo meno di leggere cosa viene detto, lo trovo davvero scorretto (ma ormai, purtroppo non mi meraviglio più), vi riporto ciò che la d.ssa ha, in breve, commentato: “[…] il senso delle mie parole era esattamente quello di esortazione ad un atteggiamemto più costruttivo. E mi dispiace che giovani che hanno molto da dare diventino strumenti - non miei - di una guerriglia che fa male a loro. Gli interventi delle dirette interessate fugano ogni dubbio in proposito.” Insomma, Lei voleva solo incitarmi a un comportamento più costruttivo? Innanzitutto, cara d.ssa, La ringrazio infinitamente per questa lezione di caritatevole educazione e di profondo senso civico che ha voluto impartirmi (o almeno, la ringrazio del tentativo), GRAZIE della preziosa provoc..ehm..esortazione, ma non ce n’era proprio bisogno. Ho sempre avuto molti esempi validissimi sia in famiglia che tra gli amici, ho già chi mi esorta a dare sempre il meglio, a dire quello che penso, a difendere sempre le mie opinioni senza, però, peccare di intolleranza verso le altrui; il tutto sempre nei limiti dell’educazione, della diplomazia e di quel rispetto che ci lega tutti gli uni con gli altri in quanto esseri umani. Mi perdoni, poi, ma credo ci sia una bella discrepanza tra l’affermare che il senso delle sue parole era di esortarmi a un qualcosa di costruttivo e l’utilizzare il verbo ‘’distruggere’’ nella sua colorita ma pur sempre triste arte retorica. Non mi soffermerò più di tanto sull’uso ancor più penoso del plurale “figlie”, che vede così coinvolta, almeno formalmente, nell’atroce azione distruttiva, persino la mia sorellina di 11 anni, che nemmeno c’era ai Consigli, perché, com’è normale, a quell’ora si trovava a scuola (…e beata lei che ancora non capisce…). L’ipocrisia proprio non mi compete, preferisco stare ben distante da chi si diverte, usando una Sua espressione, a “dipingere verità lontane dalla gente e dalla lealtà.”. Stasera faccio invece un’eccezione (l’aria di Natale, sa, rende più buoni anche noi “cattivi”…), per questo sono qui a scriverLe, pur consapevole che tanto sarà solo una perdita di tempo, (quel tempo che avrei – ahimè, mi dispiace deludere le Sue aspettative – potuto impiegare per farmi un giro in paese a “distruggere l’oggi” stile Godzilla!) Qualcuno di questa storia ha detto: “e' vero che i figli vanno lasciati stare, ma allora i figli dovrebbero fare i figli invece di fare una campagna contro gli avversari dei genitori sui social network”. Qualcun altro, invece, ha tassato, più o meno velatamente, il mio intervento di ‘demenzialità’ (senza, guarda caso, argomentare oltre). Secondo quello che Lei ha scritto sul Suo profilo, io vengo usata e strumentalizzata da mia madre. Bene, adesso svelerò a tutti voi un segreto: solo perché non condivido le Sue opinioni, solo perché ho 19 anni, solo perché la penso molto diversamente da Lei, solo perché sono d’accordo con chi afferma che ‘il miglior modo per rispettare le istituzioni è quello di rispettare le leggi che le regolano’, non significa che io non abbia un’identità tutta mia, un cervello tutto mio, delle opinioni mie, dei valori da difendere e un mio personale modo di ragionare. Non significa che se sono testimone di tante porcate, di tante ingiustizie, io debba fare silenzio. E' proprio colpa delle persone che sono state e stanno in silenzio di fronte a tante scorrettezze - per usare un eufemismo - se la nostra cara Italia oggi va a rotoli. Le svelo un altro segreto (oggi sono proprio buona!): ci sono giovani che ancora credono nella lealtà, nella giustizia, quella semplicemente vera e concreta, non quella infiocchettata da tante belle parole con il solo intento di confondere il senso critico di tutti, grandi e piccini. I fuochi artificiali sono belli, un vero spettacolo dal punto di vista estetico, ma poi le luci si spengono, i colori scompaiono e rimane solo un sacco di fumo. Quello che traspare dalle sue parole è l’atteggiamento di chi, purtroppo, non crede nei giovani, di chi è convinto che siano vuoti, privi di ogni valore morale, che si possano e si facciano facilmente manipolare e strumentalizzare perché non hanno una “coscienza’’ abbastanza forte, incapaci di pensare, o semplicemente perché, ‘poverini, che ne sanno loro di come va il mondo’… La invito, pertanto, a smetterla di porsi su un piedistallo di universale onniscienza e di additarmi come il personale strumento di mia madre solo perché ho una personalità diversa dalla Sua e un po’ di buonsenso. E’ proprio in virtù di questo buon senso se, pur avendo molto altro da dire, non mi addentro in ulteriori questioni. Spero di non costituire ulteriormente oggetto di discussione, anche perché immagino che di pensieri a cui dedicarsi Lei ne abbia già troppi... Nel qual caso decidesse di avere l’ultima parola, faccia pure, ma Si ricordi che gli specchi sono fatti per riflettere, non per arrampicarcisi. Dal canto mio, Le preannuncio sin da adesso che non andrò avanti ulteriormente con questo ridicolo diverbio, perché non ne vale la pena e per quanto mi riguarda mi è già stata data e Le ho io già dato abbastanza importanza. Buone feste a tutti e grazie dello spazio!


perla buonaccorsi

perla buonaccorsi