Giovedì 8 dicembre, un mese dopo l’alluvione, l’Elba riesce a conquistare l’attenzione mediatica di uno dei principali organi di stampa italiani, un’intera pagina del Corriere della Sera per dire che abbiamo gli alberghi distrutti! Questa pagina scaturita dalla visita di due cronisti del Corriere ha fruttato metaforicamente per l’Elba il cinquantunesimo milione di danni, perché accogliere i cronisti fornendogli la stima dei danni, pur essendo perfetto esercizio contabile, è molto controproducente dal punto di vista dell’immagine di una località turistica. Deve essere fatta maggiore attenzione nella gestione delle informazioni sulla delicata situazione campese. Marina di Campo ha subito dei danni gravi, non siamo stati immediatamente sotto i riflettori dell’informazione nazionale e quando ci andiamo un mese più tardi la notizia viene passata con un titolo “catastrofico” che 30 giorni dopo ha poco senso dare. Un’intera pagina per dire “Elba, l’alluvione dimenticata - Alberghi distrutti, chi accoglierà i turisti?”. Non era meglio avere una cartella stampa di notizie positive da fornire? Perché alla vigilia della riapertura di decine di bar e negozi la notizia è: siamo in piena crisi! Una pagina intera di quotidiano per l’Elba non è cosa da tutti i giorni… un’occasione sprecata, anzi peggio, forse era meglio non uscire neanche. Eppure l’alluvione del settembre del 2002 avrebbe dovuto insegnare qualcosa su come gestire le notizie, allora per danni dieci volte minori si fece maggior notizia, titoli nei telegiornali per più giorni e la schizofrenica situazione di una richiesta di “calamità naturale” mentre in tutte le spiagge la vita turistica era ripresa nella sua normalità sin dal giorno successivo l’alluvione. Quella inopportuna richiesta fece titolare al disastro, situazione neanche paragonabile a quella del 7 novembre. Oggi la situazione è ancora critica ma ricca di spunti positivi per parlarne alla stampa: decine di attività commerciali colpite ma già riaperte, strade del centro paese pulite dal fango già la domenica successiva a quel “lunedì marrone” e soprattutto, qui è la vera peculiarità positiva dell’alluvione elbana: decine di atti di salvataggio, talvolta fortuiti o deliberatamente coraggiosi, che hanno salvato vite umane. Perché limitarsi alla mera conta dei danni? Quel titolo sugli alberghi distrutti e sul pericolo di una compromessa accoglienza turistica per la prossima stagione rappresenta il cinquantunesimo milione di danni dell’alluvione, che questa volta colpisce anche il resto dell’isola. Paolo Franceschetti Un certo grado di casino e di approssimazione anche sul piano della comunicazione credo sia fisiologica e che debba mettere in conto, laddove ci si trova di fronte ad un evento così inusitato, ciò premesso concordo con molte delle cose che scrivi. Mi preme comunque sottolineare comunque che due soggetti si sono distinti in queste vicissitudini alluvionali per aver svolto (da vicino e da lontano) un buon lavoro: il Comune Campese con Senio Bonini e la Regione con Toscana Notizie hanno fornito con tempestività una massa di informazioni che credo siano risultate essenziali sia per informare il resto della comunità, sia per stimolarla ad accorrere e dare una mano, sia per mettere ordine nelle operazioni di soccorso e nel processo di riavvio alla normalità. Dato per scontato quindi che, hai ragione, ora occorre lavorare per far passare l'immagine di un'Elba che si sta rialzando, che poi corrisponde a quanto in realtà sta avvenendo, fatti i debiti scongiuri mi viene da trarre un suggerimento: non sarebbe male se, ad esempio a livello di Protezione Civile, quindi volontariamente, ci si preparasse a fronteggiare eventi di questo genere anche con una sorta di task-force informativa, collegata con il coordinamento delle operazioni e capace di interfacciarsi con tutti gli strumenti informativi sia convenzionali che non canonici come quelli attivi sulla rete (i social network ad esempio hanno enormi potenzialità). Va da sé che una simile struttura, trascorsi i più concitati momenti delle emergenze, potrebbe continuare ad agire utilmente pure sul fronte delle "notizie di servizio" e delle "buone notizie" senza "tutto va ben madama la marchesa" né scivolate sul catastrofismo ...
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