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Parchi senza futuro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 02 dicembre 2011

Avevamo detto mettendo le mani avanti che per i 20 anni della legge quadro sui parchi non sarebbe bastato certo un brindisi visti i rischi seri che le nostre aree protette stanno correndo. E i primi recenti appuntamenti dedicati all’evento da quello di Legambiente a quello della associazione 394 hanno evitato questo rischio tanto più dopo disastri alluvionali che hanno dolorosamente colpito territori dove operano anche importanti parchi terrestri marini e fluviali chiamati più che mai a quel ruolo di governo del territorio logorato da politiche nazionali che vanno rapidamente lasciate alle nostre spalle per imboccare finalmente con il nuovo governo nuove strade non più rinviabili. A queste risposte sono anzitutto chiamati i parchi ma anche lo stato, le regioni, gli enti locali e le loro rappresentanze istituzionali dalla conferenza Stato-regioni autonomie, l’UPI, l’ANCI e naturalmente Federparchi che della legge quadro è stata fin dall’inizio protagonista attiva e propositiva fondamentale. Quando uscirà lo speciale di Parchi la vecchia rivista della associazione dedicato ai 20 anni della legge si potrà meglio apprezzare questo ruolo e i suoi innegabili meriti. L’incontro preannunciato per il 6 dicembre a Roma da Federparchi era perciò atteso perché da esso ci si aspettava e ci si aspetta –specie dopo la nomina del nuovo ministro Clini- una vera e propria sferzata per uscire da questa prolungata fase di stallo e di logoramento che ha visto crescere i tagli, i commissariamenti, la sottrazione della competenza del paesaggio al piano dei parchi proprio all’indomani della firma della Convenzione europea a Firenze e l’ulteriore emarginazione e crisi delle aree protette marine, del santuario dei cetacei, la scomparsa da qualsiasi agenda delle Alpi, dell’Appennino, delle coste il tutto con preoccupanti effetti anche sulle regioni e gli enti locali alle prese oggi con impreviste difficoltà come testimoniano molte regioni dalla Lombardia all’Emilia, alla Sardegna, alle Marche, al Veneto al Piemonte. In qualche caso –ma solo e stranamente in pochissimi casi- anche Federparchi aveva manifestato esplicitamente qualche preoccupazione. L’incontro di Roma era atteso anche per questo con interesse e fiducia. Quando si è conosciuto il programma devo dire che sono rimasto basito e sorpreso sebbene negli ultimi tempi Federparchi non fosse stata avara di sortite imbarazzanti come lo erano stati i troppi silenzi. E’ un programma che prevede due soli tempi il passato e il presente mancando infatti il futuro. Ma sorprendente non è solo –di questi tempi!- il silenzio sul futuro ma chi è stato coinvolto e soprattutto non coinvolto in questa singolare e bizzarra trovata. Le relazioni introduttive in entrambi i casi –salvo quella di Giuseppe Rossi che festeggia i 90 anni del parco d’Abruzzo – non sono affidate a esponenti passati della associazione o presidenti di parchi nazionali e regionali anche storici –penso per tutti al Ticino-. Non vi è alcun presidente di parco regionale e scandalosamente nessun esponente di area protetta marina. Non vi è alcun assessore regionale, sindaco o presidente di provincia in rappresentanza dell’ANCI e dell’UPI. Dai nomi previsti si potrebbe dire che questa non sia una assemblea di Federparchi e cioè un appuntamento istituzionale. In tanti anni non ricordo un evento così strano e soprattutto così sfuggente dalle responsabilità che competono alle associazioni istituzionali rappresentative. E a rendere ancor più strano e deludente questo appuntamento è che mentre circolano documenti sulla base dei quali le regioni, i comuni e le province hanno chiesto incontri con i ministri interessati non risulta – e anche questa purtroppo non è una novità- che Federparchi abbia fatto altrettanto. Un po’ poco persino per un brindisi di compleanno dove da festeggiare c’è poco.


COSTA NORD da bivio biodola

COSTA NORD da bivio biodola