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Il No dei gestori dei campeggi alla tassa di soggiorno

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 29 novembre 2011

Riguardo al recente riaprirsi della discussione sull’opportunità dell’istituzione della tassa di soggiorno ci siano consentite alcune brevi considerazioni. Veniamo da una stagione turistica che, nonostante l’inversione del trend negativo iniziato con la stagione 2002, non è stata di certo esaltante. C’è stato sì un leggero incremento delle presenze, ma questo si è verificato solo per la casuale coincidenza di alcuni fattori per noi tutti positivi: il bel tempo che si è protratto fino a tutto settembre, la situazione politica in medio oriente, la ripresa economica in Germania, ecc. La situazione complessiva della nostra industria turistica rimane però preoccupante. In particolare, ci stiamo avviando verso un vero e proprio monopolio nel settore dei traghetti, con tutto quello che ne conseguirà in termini di tariffe e quindi di “inaccessibilità” dell’Elba. L’Apt è stata soppressa e l’attività promozionale è sostanzialmente abbandonata alle iniziative delle singole categorie o dei singoli operatori. Manca un aeroporto che ci consenta di aggredire altri mercati –oltre a quelli consueti di lingua tedesca- e di renderci competitivi rispetto alla concorrenza delle altre isole del Mediterraneo e d’Europa. Il maltempo che si è accanito su Marina di Campo ha prodotto dei danni gravissimi e gli operatori della zona, insieme all’amministrazione comunale e a tutti coloro che si stanno rendendo disponibili, dovranno impegnarsi duramente per tutto l’inverno per rimettere in funzione attività e servizi. In questo quadro, parlare di istituzione della tassa di soggiorno ci pare davvero fuori luogo. Si tratterebbe di un ulteriore elemento che contribuirebbe ad aggravare una situazione già al limite del sopportabile. Delle due l’una: o la tassa verrebbe fatta pagare al turista, facendo lievitare ulteriormente il costo del soggiorno e dunque rendendo l’Elba ancora più inaccessibile; oppure le singole strutture ricettive (già oberate dal pagamento di tasse e balzelli vari, a fronte di guadagni sempre minori) si accollerebbero il relativo costo tagliando le quote di profitti da destinare al miglioramento qualitativo e all’attività promozionale. In un modo o nell’altro l’Elba diventerebbe meno competitiva. Insieme alle altre associazioni di categoria –come del resto ha fatto anche l’Ancim- siamo già intervenuti per affermare che, se proprio una tassa deve essere istituita, potremmo caso mai accettare una tassa di sbarco, che colpisca tutti indistintamente, non solo gli ospiti delle strutture “ufficiali” (alberghi, campeggi, residence, ecc.), ma anche quelli del cosiddetto “sommerso”. E, in tal caso, sarebbe anche opportuno che le somme così raccolte confluissero in un fondo da destinare esclusivamente alla promozione dell’isola. Vogliamo sperare che il buon senso finisca col prevalere e che i Comuni trovino un accordo che ci consenta, anche nei prossimi anni, di promuovere l’Elba come zona Tax Free.


enfola campeggio camping

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