«Mi chiedo e vi chiedo: a quali disagi sarebbe stata sottoposta una persona anziana dell'Isola per adempiere ad una inutile richiesta dell’Asl? Premetto che mia mamma è morta da 13 mesi, dopo una lunga malattia da non deambulante, infartuata e dializzata. Negli ultimi anni, a giorni alterni, era sottoposta a dialisi, e veniva ricoverata d’urgenza per crisi cardiaca ogni 15-20 giorni. Sia nel reparto nefrologia, sia in quello di medicina abbiamo sempre trovata la massima professionalità, comprensione e disponibilità del personale medico e paramedico. L’altro giorno il postino mi ha consegnato una lettera indirizzata a mia madre e firmata dal dott. Franco Bensa (direttore Uf tecnico-amministrativa dell’azienda USL 6). Nella medesima veniva invitata, entro il giorno 11 dicembre 2011 “a ritirare presso il Cup dell'ospedale di Portoferraio i Suoi referti giacenti”, avvertendo che se entro la data stabilita, non “ricevessimo alcun riscontro alla nostra comunicazione, la pratica, come previsto dalla normativa, sarà inviata all'ufficio legale Aziendale”. Ho telefonato al Cup e ho spiegato a un’impiegata la situazione, precisando che mia mamma era esente dal pagamento del ticket “per patologia”. Ho evidenziato come fosse inutile ritirare quelle analisi che erano state richieste, qualche giorno prima del decesso, dal reparto di nefrologia, anche perché avrei dovuto prendere un giorno di ferie per recarmi a Portoferraio. L’impiegata, in modo gentile ma fermo e senza colpa alcuna, ha ribadito che quelle erano disposizioni superiori!». Lorenzo (M) Caro Lorenzo Per molti anni ho lavorato in un Ente agli sportelli del quale la regola (la disposizione superiore?) era dimostrarsi sempre gentili e collaborativi con l'utenza (anche quando ci si trovava di fronte ad atteggiamenti ai limiti dell'urbanità), ed in più di un caso mi è capitato di trovarmi nella paradossale situazione che il cittadino, probabilmente reduce da qualche altro impatto meno positivo con la burocrazia, reagiva alla disponibilità insospettendosi, pensando forse che sotto sotto doveva esserci un inghippo, una incoffessabile ragione per quella che pensava fosse una "captaptio benevolentiae". Poi i cittadini, per fortuna si sono evoluti, sono diventati un po' meno sudditi hanno mediamente smesso di presentarsi negli uffici pubblici "con il cappello in mano" a pretendere (talvolta riuscendoci, talvolta no) che gentilezza e collaborazione fossero "compresi nel prezzo". E dove dire che anche le pubbliche amministrazioni sono (mediamente) migliorate nel rapporto coi cittadini. Credo però, ed a ragion veduta visto che mi è capitato su altro fronte qualcosa di simile, che qui si tratti ancora di altro; conquistata la gentilezza e la disponibilità generale, sarebbe il caso di compiere il passo successivo, quello verso la "sensibilità per contratto" per "disposizioni superiori" delle amministrazioni, che dovrebbero capire che di fronte di un evento doloroso, addirittura luttuoso costringere una persona ad espletare una pratica di totale inutilità è, appunto, oltre che irrazionale, specchio di umana insensibilità. un abbraccio
Pratiche edilizie in Comune