Legambiente in preparazione del suo Congresso nazionale ha avviato una importante riflessione sulla legge quadro sui parchi è giunta al suo ventennale. Un dibattito che coinvolge com’è giusto le istituzioni e l’associazionismo. Nel resoconto di ieri dell’incontro tenutosi a Roma si colgono stimoli e giudizi che meritano di essere ripresi a partire dalla affermazione che la legge richiede ‘una manutenzione’. Eppure stando proprio ad alcuni dei punti emersi dal dibattito tutto si può dire tranne che i guai denunciati dipendano dalla legge. Non certo i tagli micidiali e non solo quelli riservati alle aree protette marine che – si è detto- sono esplosi come una bomba. Eppure i precedenti sono lì a dirci che non c’era nulla di più prevedibile. Si è inoltre giustamente e criticamente osservato che sulle nomine dei presidenti ci sono troppe manfrine politiche ma non mi pare che neppure in questa occasione sia stata denunciato il commissariamento dilagante dei parchi. E anche il passaggio delle riserve naturali dal CFS ai parchi giustamente rivendicato –da anni- per l’ennesima volta non solo è stato negato dal ministero ma lo si è sostenuto con l’argomento che oggi serve maggiore presenza e ruolo ministeriale per controbilanciare le spinte locali. Ora nessuna di queste vicende -anche scandalose- dipende dalla legge che continua ad essere ignorata e disattesa. Ma davvero sorprendenti sono stati gli interventi di D’Ali Presidente della Commissione ambiente del Senato e del senatore Della Seta che hanno rivendicato in maniera bipartisan il testo in discussione che - ma nessuno sembra ricordarlo o saperlo- che taglia fuori le regioni dalla gestione delle aree protette marine. Possibile che nessuno li abbia letti e capiti? Eppure più d’uno negli scorsi mesi si è cimentato anche nella presentazione di una serie bislacca di emendamenti alla legge e non è possibile che quegli articoli d’apertura del testo non li abbiano visti e letti. E si tratta di articoli che non provvedono certo a quella opportuna manutenzione di cui sì è parlato, ma di un vero e proprio stravolgimento della legge. Come brindisi ai 20 anni non è dei più augurali. In questa delicatissima fase politica molti si augurano che prevalga un serio impegno bipartisan e anche noi. Ma non certo quello che al Senato sta punendo le istituzioni e i parchi.
Campo fiorito