Aldo Cosentino, già a capo del Dipartimento protezione natura del ministero dell’ambiente, nominato commissario del Parco nazionale delle 5 Terre dopo le note vicende che hanno coinvolto l’ex presidente Franco Bonanini, ha rimesso oggi le dimissioni nelle mani dello stesso ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo che lo aveva nominato 13 mesi fa. Visto che il governo non c’è più la Prestigiacomo lo sostituirà con un altro commissario, essendo impensabile che la Regione Liguria accetti di discutere sul nome del nuovo Presidente con un ministro con le valige in mano. Il quotidiano “Città della Spezia” definisce la cosa «Un fatto quanto meno singolare». Il giornale oggi intervista Cosentino che conferma «Su richiesta del ministro dell'Ambiente Prestigiacomo ho messo a disposizione il mio mandato. Non so se sia una decisione romana o romano-spezzina, ad ogni modo quando sono stato chiamato a svolgere questo compito l'ho fatto senza discutere e oggi, allo stesso modo, faccio quello che si è reso necessario fare, senza polemica. Ho fatto il massimo, questo è ciò che conta. E sono convinto che chi verrà dopo di me potrà lavorare in maniera anche migliore. Amarezza? No, non sono amareggiato - afferma il commissario - ma provo già nostalgia. In questo periodo mi sono affezionato al luogo e alle persone: lavorare quotidianamente per risolvere situazioni e problemi crea legami molto forti, inoltre abbiamo posto le basi perché il Parco possa andare verso un miglioramento, non solo per garantirne la sopravvivenza. Mi spiace molto che non potrò essere protagonista della rinascita dei due comuni colpiti dall'alluvione. Ad ogni modo sino al momento del decreto di nomina del mio successore non lascerò le Cinque Terre: non solo non mi è stato chiesto, ma non è nemmeno baluginato per la testa. Lavorerò sino all'ultimo istante». L’aplomb da servitore dello Stato di Cosentino non può nascondere il vero e proprio ultimo assalto alla diligenza dei parchi che sta tentando il Pdl ligure e che tutto avvenga a pochi giorni dall’alluvione che ha colpito le 5 Terre (dove il ministro Prestigiacomo ha brillato per la sua assenza, come del resto nell’altro evento che ha colpito il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano) è ancora più sconfortante. In una situazione drammatica, uomini esperti come Cosentino sarebbero certamente più utili di qualche rappresentante del sottobosco politico del centro-destra. Infatti, la cosa che balza immediatamente agli occhi è che il Popolo delle Libertà, che quando va bene ignora politicamente i parchi e quando va male li ostacola o ne chiede l’abolizione e la riduzione, non appena si tratta di poltrone riaccende il suo interesse, che niente a che vedere con la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente, come dimostrano questi tristi e magri anni di berlusconismo vissuti dalle aree protette. I parchi nazionali sono diventati merce di scambio e punto nevralgico della politica a livello nazionale, come quando Berlusconi salvò il suo governo con il voto di scambio con la Südtiroler Volkspartei che ha portato allo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio. Ma la vicenda parchi degli ultimi anni è fatta soprattutto di riequilibri di potentati locali del centro-destra, con le aree protette utilizzate come merce di scambio, come dimostra anche la vicenda delle 5 Terre, dove la faida in corso nel Pdl ligure si combatte nel fango dell’alluvione. Lo scontro di questa triste stagione dei saldi berlusconiani sembra tra il senatore Luigi Grillo, presidente degli Amici del Parco delle 5 Terre e sostenitore dell’area protetta, e l’ex ministro nucleare Claudio Scajola, il potentissimo boss prima della Dc e poi del centrodestra ligure con casa “regalata” a Roma e che sta trattando per un eventuale posticino come profugo nel nuovo governo di salvezza nazionale. Che un ministro dell’ambiente, ormai alle sue ultime ore di governo, si presti a questi giochi fino all’ultimo è il segno non di quanto sia caduta in basso, ma di quanto non ci sia stata una politica delle aree protette. L’unica specie che sembra interessare al Pdl nei Parchi è quella dei politici in via di estinzione
Cinque terre alluvione