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Dal WWF Elba e Capraia solidarietà alle comunità elbane colpite dal maltempo Duramente critici sono però gli ambientalisti del Panda col modello di sviluppo elbano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 novembre 2011

Il WWF Elba-Capraia esprime tutta la propria solidarietà e vicinanza alle comunità elbane così duramente colpite dal maltempo, in particolare a quella campese. Se da una parte è evidente che l'evento ha avuto caratteri di eccezionalità, dall'altra è pure altrettanto evidente che tali episodi violenti, a carattere tropicale e subtropicale, a causa dell'aumento dell'anidride carbonica in atmosfera e del conseguente effetto serra, non possono più dirsi sporadici: negli ultimi dieci anni, l'Elba è stata colpita diverse volte da eventi eccezionali: nel 2002, fu colpito tutto il territorio isolano, nel 2009 la parte orientale, adesso quella occidentale. Ciò nonostante in questi anni nulla è stato fatto per mitigare i danni che questi eventi possono causare, anzi, il modello di sviluppo elbano ha proseguito verso la cementificazione, l'incremento dell'edificato, la costruzione di ecomostri (a quello “storico” di Procchio, da ultimo si è aggiunto quello del Cavo che – incompiuto – fa bella mostra di sé nella baia del porticciolo, visibile già da metà canale). Occorre, dice il WWF riprogettare completamente il modello di sviluppo su cui l'isola finora si è fondata. E' necessario avviare un'azione diffusa di rinaturazione del territorio basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque nelle zone collinari, attraverso rimboschimenti e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura con il ripristino e la ricostruzione delle zone umide, interventi che la Comunità del Parco avrebbe dovuto porre in atto da tempo invece di favorire la cementificazione e la scomparsa delle poche aree umide residue. Occorre riqualificare la vegetazione naturale in campagna indirizzando per questi interventi le misure dei Piani di sviluppo rurale (quelli finanziati dalla PAC) in modo da favorire gli agricoltori in quest’azione, agricoltori, pochi, che ancora all'Elba ci sono, nonostante le mille difficoltà che devono affrontare e nonostante siano per lo più sbeffeggiati dalle istituzioni che considerano l'agricoltura elbana morta o comunque inesistente, invece di favorire la diffusione di un'agricoltura di qualità e di tutela del territorio, di cui anche la presenza del Parco si gioverebbe. Bisogna attuare un rigido rispetto delle leggi, ristabilire il divieto di inedificabilità della fascia di 10 metri dai corsi d’acqua e il divieto di copertura dei corsi d'acqua, come stabilito dalle norme, è necessario inoltre ridurre l'impermeabilizzazione del territorio . Nei centri abitati è indispensabile che vengano rese permeabili tutte le superfici possibili, come ad esempio quelle dei parcheggi, spesso completamente ricoperte d’asfalto o cemento, per consentire la permeabilità dell’acqua nel terreno: non un metro di asfalto drenante esiste sull'isola e abbondano i parcheggi asfaltati. E' necessario garantire in maniera efficace e non solo sulla carta la interdisciplinarietà nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo: la sola ingegneria idraulica, infatti, è totalmente insufficiente ed è necessario progettare anche con competenze di idrogeologia, ecologia, scienze forestali, pianificazione. Infine, è necessario intervenire nelle scuole con programmi educativi: educare al rischio per riconoscere le situazioni di pericolo e comportarsi di conseguenza e far conoscere la storia del territorio, fondamentale per comprendere l’evoluzione del proprio ambiente di vita e i cambiamenti in relazione con l’ambiente stesso. In sostanza – questo è l'invito del WWF - gli elbani devono riprendersi il loro territorio, abbandonando il modello di sviluppo che ha privilegiato il cemento ad ogni costo per dare case al turista, il quale le occuperà si e no dieci giorni l'anno, abbattere - se necessario - ciò che è stato mal costruito o edificato dove non si doveva, in primis gli ecomostri, blocco totale di nuove edificazioni e divieto di costruire senza il rispetto dei criteri enunciati, se si vogliono evitare altri disastri del genere.


alluviome vcampo 2011 mobili accatastati

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