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A Sciambere: Da 12 anni l'Elba è nella lista nera

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 10 novembre 2011

Ancor prima del disastroso alluvione del 4 settembre 2002, l’Elba venne allertata sui pericoli incombenti di cadere in ginocchio al primo diluvio di una certa prepotenza. Nel settembre del 2000, in occasione della tragedia del camping di Soverato, il ministero dell’ambiente diffuse una lista nera di Comuni ad alto tasso di sfascio ambientale per metterli in guardia da un eventuale brutto scherzo dei nubifragi. Nella mappa dei territori a rischio di frane e alluvioni, figuravano e figurano tuttora alla mercé dei capricci del maltempo quasi tutti i Comuni elbani, responsabili, come tanti altri, della speculazione a macchia d’olio del cemento e del mattone e dello stato di abbandono e di incuria dei fossi e dei letti dei fiumi e dei torrenti. Nel lungo elenco delle vergogne nazionali indice puntato contro Campo, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio e Rio Marina. Ciononostante si è continuato a tirare avanti alla giornata nell’illusione che le montagne e i boschi dell’isola non si sarebbero mai scatenati e che le piogge, per solito magre, non avrebbero fatto mai paura a nessuno. Quando quel 4 settembre il mostro si risvegliò sotto mezza giornata di precipitazioni, il castello delle illusioni si sbriciolò in un sol colpo. Da un’ora all’altra, le belle spiagge di Marina di Campo, Procchio, Marciana Marina, come di tante altre, subirono la forzosa riconquista dei letti e dei canali che l’uomo aveva cancellato per sacrificarli ai miti delle vacanze. La lezione pare che non sia servita e si continua a scaricare le colpe sull’eccezionalità dell’evento. Per l a violenza delle devastazioni il nubifragio di lunedì riporta alla memoria storica la tragica alluvione del 1908 che quasi cancellò Marciana Marina e che consigliò al mondo contadino di allora di difendersi pulendo i boschi, proteggendo i campi e i vigneti, irreggimentando le acque e costruendo monumentali briglie di granito. Ai tempi d’oggi, con tanto di Parco e dei resti ad hoc della Comunità Montana impegnati in prima linea nel difendere l’ambiente, l’intrigo delle vegetazioni infestanti soffoca e uccide il bosco, disperde e inaridisce le sorgenti; le briglie, quando non sono abbattute per far posto a campi sportivi, sono scomparse sotto metri di terra, di pietre e di sterpaglie; i vecchi letti dei fiumi e dei torrenti sono sepolti dal cemento al loro sbocco al mare. Ed è inevitabile che prima o poi, benché paziente e tollerante, la natura reclami i suoi diritti e si vendichi.


Alluvione campo cascate

Alluvione campo cascate