Egregio Direttore, Le confesso che sul tema infuocato del Comune unico mi dichiaro agnostico, ma sta cominciando a cambiare idea, spinto soprattutto da sindaci che prima delle elezioni erano pro-unificazione e dopo, posate le pingui terga sulle poltrone, si sono convertiti prontamente al mantenimento dell’attuale magnifico livello amministrativo elbano, che tutto il mondo ci invidia per la sua efficienza e per l’acume della squadra dei nostri pochi ma ben selezionati amministratori, oltre cento ma che hanno fatto un lavoro davvero difficile: non risolvere un problema comprensoriale elbano che fosse uno. Un altro tipo che mi sta facendo cambiare opinione è quel tizio di Poggio che su Facebook si dichiara di sinistra (quella vera, leggi Rifondazione) e sui blog locali non legato a nessuna ideologia, poi organizza manifestazioni con i comuni di centro-destra ed omaggia le amministrazioni con dentro fior di fascisti… Non lo conosco e non ci tengo, ma da quel che scrive mi sembra uno di quegli aspiranti Masaniello sempre mancati, disposto a imbarcarsi in tutte le cause perse, anche e soprattutto quando vince. Per predisposizione geografica e dialettale più che l'ininfluente pugginco mi ha però scosso di più e di più mi interessa la ventarellata polemica sollevata dall’Udc riese contro il sindaco Alessi Danilo, detto Totanino. Che l’Udc sia allergica ai referendum è noto: ha cercato di impedire quelli recenti, imbarcandosi all’ultimo per fare un dispetto a Berlusconi (mentre alla Piaggia con i berlusconiani si fa all’amore linguainbocca) e nonostante tutto hanno cercato di farci digerire il nucleare e la privatizzazione dell’acqua. Sepolti da un pernacchione di milioni di cittadini, come non se ne vedeva da tempo. Questi odierni epigoni della liberaldemocrazia anti-totaniniana sono gli stessi “liberali” che da dietro lo scudone democristiano e le sottane dei vescovoni hanno votato contro il divorzio e l’aborto (per poi divorziarsi ed magari abortire quando necessario) e fatto fallire col trucco del non voto la procreazione assistita, sono gli stessi che non vogliono sentir parlare di testamento biologico e di diritto a scegliere come curarsi e morire. Questi baciapile sono quelli che i referendum li hanno sempre persi, schierandosi sempre contro le riforme che hanno reso liberale e democratica l’Italia, facendola diventare, grazie alla sinistra e ai laici, un Paese che almeno ha qualcosa di liberaldemocratico, sono quelli che si battono contro le coppie di fatto e i diritti degli omosessuali, simbolo della liberaldemocrazia in tutto il mondo e osteggiati da tutti i regimi religiosi e dalle dittature di tutto il mondo. Sui referendum non ne hanno mai azzeccato una, pensando sempre che il Paese fosse ipocritamente integralista come loro: se fosse per loro avremmo ancora il Papa Re e le donne chiuse in casa dal marito padrone, sono stati sempre il freno della crescita civile e liberale dell’Italia, almeno fino a che non è arrivato Berlusconi con il suo Popolo della Libertà carico di fascisti, ex comunisti e craxiani che li ha fatti diventare dei dilettanti: Family Day e bacio all’anello del Papa il pomeriggio e bunga bunga e bacio alle chiappe islamiche di Ruby rubacuori la sera… Poi la mattina accuse ai comunisti di essere filo-islamici e contro la civiltà occidentale cattolica e a mezzogiorno, dopo aver baciato la mano al suo amico Gheddafi che distribuiva copie del Corano alle escort, accuse alla sinistra di essere moralista e catto-comunista perché è invidiosa che lui va con le gnocche a pagamento, però col crocifisso di ordinanza tra le puppe. Se anche questa volta l’Udc confermerà il suo “fiuto” per i referendum e le alleanze politiche, mi sembra chiaro che il Comune unico passerà alla grande e un po’ di strizza mi sembra ci sia, visto che tutti i grossi calibri, i nano-sindaci elbani, scendono in campo armati di fionde e fucilini a tappo, per evitarlo, amorevolmente assistiti dalla solita sinistra casinista a perdere. Che poi il comunicato dell’Udc riese sia stato probabilmente sospinto da un ventarello ex socialista di chi si è convertito per avversione post-craxiana ad un comunismo che non c’è più da solo da 20 anni, mi sembra un altro contrappasso di questo triste teatrino della politica elbana, dove i pupi cambiano casacca ma rimangono sempre dello stesso vecchio e tarlato legno. Anche Paolo di Tarso era laico, ma almeno fu fulminato sulla via di Damasco, essere fulminati sulla via di Craxi e poi rifulminato nel confessionale di Casini. Passare dai referendum laici con i radicali all’antireferendum del democristianissimo Bosi è davvero un bel salto… altro che la liberaldemocrazia del compagno Totanino!
Mirino