Nella discussione sul comune unico è bene soffermarsi sul procedimento in corso per capire concretamente quanto le popolazioni residenti saranno coinvolte nella decisione che dovrà portare alla costituzione del Comune unico. Sono intervenuti su questo aspetto, che ritengo estremamente importante, già molti autorevoli e competenti personaggi, da Fratini, a Bosi e via dicendo. Vorrei fare alcune osservazioni proprio sul referendum che come dice giustamente Giovanni Fratini è un momento decisivo di democrazia diretta tramite la quale i cittadini elbani, sia favorevoli sia contrari, dovranno esprimersi: quindi almeno su questo punto i due schieramenti contrapposti devono convergere: assicurare che la consultazione democratica e consapevole dei cittadini elbani si realizzi. Ne va anche dell’autorevolezza e della legittimazione per lo stesso nascituro Comune unico. Attualmente è passata erroneamente nell’opinione pubblica elbana, l’idea che le firme che si stanno raccogliendo siano utili per ottenere la possibilità di un referendum consultivo, dove gli elbani residenti siano chiamati a dire il loro SI o NO al Comune unico. Non è così. Le 5000 firme che il Comitato sta raccogliendo in tutta la Regione Toscana non sono per il referendum consultivo, ma per promuovere una Legge di iniziativa popolare per istituire un Comune Unico all’Elba, da presentare in Consiglio Regionale per l’approvazione e senza dover sottostare, ne ad un referendum consultivo tra i cittadini elbani, ne ad un pronunciamento degli attuali Consigli Comunali in carica. Nel depliand propagandistico del Comitato si parla di referendum, ma non è così. Per suffragare la tesi del referendum, Fratini richiama l’art.133 della Costituzione:”….La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni ……” , e deducendo che dietro quel “sentite…” vi sia una consultazione referendaria promuovibile dalla Regione Toscana. Il referendum è però escluso dalla vigente normativa regionale per l’istituzione di un nuovo comune tramite legge di iniziativa popolare: si veda lo Statuto, all’art.74 e la Legge regionale 23/11/2007 n.62 art.59, comma 3 …” La consultazione non ha luogo qualora la proposta di legge sia relativa all’istituzione di un nuovo comune o la proposta di legge sia di iniziativa popolare ai sensi dell’articolo 74 dello Statuto….”. La legge regionale è incostituzionale? o durante questo percorso la Regione dovrà comunque sottostare alla Costituzione, come presumibile, e in che modo e forma potrà avvenire? Sono domande che pongo, poiché credo che tutti vogliamo che i cittadini elbani siano coinvolti in questa decisione. Quindi, il percorso verso il Comune Unico sembra già segnato da una procedura formalmente corretta e definita, senza appunto un referendum certo. Per cui vi è senz’altro il rischio, senza modifiche procedurali, che i cittadini elbani non possano essere consultati in modo diretto. Stante questa incertezza se si volesse e si ritenesse utile un coinvolgimento dei cittadini elbani su questa scelta, non resterebbe che promuovere e convocare per ogni comune elbano, un referendum consultivo (credo che negli statuti comunali elbani sia presente questo strumento). Ciò, con referendum comunali a quorum, oltre a coinvolgere un numero senz’altro più elevato di cittadini, potrebbe smorzare quel sentimento di esclusione e di scelta calata dall’alto che prenderebbe i cittadini elbani una volta esclusi. E’ da ritenersi che anche i favorevoli al comune unico, forse vorrebbero vederlo nascere come una scelta democratica diretta e partecipata dal basso, confrontandosi nella campagna referendaria sulle ragioni del SI e del NO, per essere più consapevoli sulle reali conseguenze organizzative, democratiche e politiche che una tale scelta comporterà. Forse siamo ancora in tempo. Potrebbe essere importante che per una tale confronto e consultazione referendaria degli elbani, fosse disponibile anche lo stesso Comitato del comune unico.
Mappa Comune unico