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L’intervento di Danilo Alessi, sindaco di Rio nell’Elba sul Comune unico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 13 ottobre 2011

D'ora in avanti si fa sul serio. Anche i contrari se ne sono accorti e ne è sintomo evidente l'improvviso proliferare delle dichiarazioni più svariate, che in questi giorni hanno tracimato nei media locali. Il treno che conduce al referendum per il comune unico è finalmente partito e non sarà facile fermarlo ed evitare che i cittadini possano liberamente dire la loro. Perché di questo si tratta, un grande fatto democratico per l'Elba che tutti, qualunque sia la loro opinione, dovrebbero apprezzare e accogliere con favore. Come faccia Marini a parlare di “un disegno autoritario e antidemocratico”, per lo più ordito “dalla sinistra”, è veramente incomprensibile e fuorviante. Dopo decenni di discussione ora è arrivato il momento di decidere e di compiere, con il voto, una scelta definitiva: continuare con il fardello di otto comuni, spesso in conflitto fra loro, incapaci di affrontare e risolvere uno solo dei tanti problemi che assillano la nostra Isola; o cambiare, dando all'Elba una più forte identità unitaria ed uno strumento operativo più credibile e strutturato, rafforzando i servizi di base ed attivando nuovi organismi di partecipazione. Il referendum consente un confronto che altrimenti rimarrebbe nell'ambito di periodiche esternazioni che, lo abbiamo visto, lasciano poi il tempo che trovano. Un confronto che finora è mancato e che mi sarebbe piaciuto avviare già nel corso dell'assemblea di sabato alla De Laugier. Il sindaco Papi, per esempio, avrei detto che l'estensione territoriale, pur rilevante, non può essere in sé un dato ostativo, considerato che molti comuni, e non solo in Toscana, amministrano un territorio ben più ampio di quello dell'Elba, senza avere, come l'Elba, il vantaggio di confini netti e ben definiti. Citare poi Asl e Asa come esempi negativi di governo centralizzato per paragonarli al futuro comune unico significa davvero fare forzature senza senso; a meno che il sindaco di Porto Azzurro non voglia proporre, in alternativa, una gestione autarchica della sanità e del servizio idrico che non credo sarebbe realistica e, sopratutto, gradita agli elbani. In quanto ai “dialetti”, segno di diversità e di orgoglio municipale, oltre che testimonianza delle peculiari “radici storiche” che differenzierebbero un comune dall'altro, non mi pare che l'argomento meriti molta attenzione e che possa essere rubricato fra le cose serie. Ma tant'è, per far polemica tutto fa brodo. Inoltre, me lo consenta il sindaco Papi, sentir da lui l'auspicio ad una “maggiore unità per le problematiche comprensoriali”, quando ormai da anni è a tutti noto che la sua presenza nelle riunioni fra sindaci è considerata una vera e propria notizia, tanto il fatto appare eccezionale, fa per lo meno un certo effetto e induce ad un benevolo sorriso di compatimento. Infine la sinistra, già richiamata da Marini e trasversalmente presente negli interventi dei sostenitori dello status quo, questa monolitica coalizione (leggi Coluccia) che sta manovrando per “conquistare l'Isola, l'ultimo baluardo che ancora non governa” (leggi ancora Marini) e per “imporre una soluzione preconfezionata della Regione, indifferente alle peculiarità e alle esigenze di questo territorio” (parole testuali di Paola Mancuso), questa sinistra è riuscita addirittura nell'intento di aggregare al suo infido carro gente della statura di Ruggero Barbetti, del ministro Matteoli e dell'ex-ministro Martino, tutti i presidenti delle associazioni di categoria, che notoriamente hanno fama di estremisti bolscevici, e decine di altre persone dichiaratamente di centrodestra che stanno dentro e fuori il comitato promotore. La risposta più efficace credo che sia venuta proprio dal sindaco di Capoliveri, sulla cui fede di uomo di destra non credo possano esserci dubbi. “Il comune unico”, dice Barbetti, “è un'idea di buon senso che non ha colore politico...Senza contare il fatto che politicamente l'Elba ha una maggioranza di centrodestra e con questa occorrerà fare i conti... Molte persone che sono vicine a sindaci contrari al comune unico non la pensano come loro”. Questa storia della sinistra quindi non regge e sarebbe bene parlare d'altro, perché altre e ben più serie sono le cose su cui discutere e confrontarci. Il referendum ci dà l'occasione per farlo: non perdiamola.


danilo alessi 2011 ASA

danilo alessi 2011 ASA