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La democrazia sul Web unisce

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : lunedì, 10 ottobre 2011

L’onda emotiva dal basso che ha spinto l’esito delle scorse amministrative e dei referendum ha vibrato soprattutto sul web. Sono nati di recente anche all’Isola d’Elba comitati spontanei sulla sanità, sul comune unico, gruppi vari che si definiscono “Movimento Studentesco”, “Elba Salute”, “Unione dei cittadini per la Continuità Territoriale”, “Cittadini dell’Elba”, “Elba Repubblica Indipendente”, “Elba SST” Scuola Salute Trasporti, “Gruppo Elba Sanità”, comitato “E.C.C.O.”, Elba Comitato Cittadino Organizzato in difesa dei diritti Elbani, e altri che non cito. Rispetto al silenzio del passato, molti scrivono ai giornali, segnalano i disservizi e alzano la testa per protestare. Facebook e internet in generale sono sempre più utilizzati anche da persone che normalmente non leggono, o non leggono mai i giornali, con diversi livelli di istruzione e formazione. Tutti sul web si sentono protagonisti allo stesso modo e apprendono notizie. E la cosa più interessante è che face book e twitter, per citare i più conosciuti, in questo caso, non sono solo virtuali, illusori, fittizi, ma escono nel reale, aiutano a trovare obiettivi comuni, sono strumento per una comunicazione veloce, informale, spontanea, coraggiosa e per niente anonima, fino a organizzare riunioni, a mettere in comune le risorse per scendere in piazza per un obiettivo importante. La manifestazione di venerdì 7 ottobre, per il diritto alla salute è stata un segnale, il prodotto tangibile di questa nuova ondata e nell’aria c’è voglia di andare avanti, mirare agli obiettivi, mettere a frutto le potenzialità di questa unione. E’ stato anche incredibile vedere tutti i sindaci elbani insieme, sfilare alla testa del corteo, se si considera che all’Elba neanche le gestioni associate riescono a decollare e la contrapposizione politica tra i comuni condiziona pesantemente le scelte del territorio a danno solo dei cittadini amministrati. C’è una maggiore voglia di capire, di partecipare alle decisioni, quasi una spinta a sostituirsi a chi non riesce a dare risposte, perché ingessato dalla burocrazia piuttosto che dalla politica faziosa. C’è un cambiamento? Un onda emotiva? Sfiducia nel mandato concesso ai propri rappresentanti? Voglia di affrontare i problemi di persona perché i morsi della crisi cominciano a farsi sentire e non c’è più tempo da perdere? Gli amministratori ascoltano i loro cittadini, facendoli sentire parte delle loro decisioni? I cittadini sentono di essere ascoltati abbastanza? Gli amministratori dicono solo ciò che aiuta a ottenere il consenso elettorale, o comunicano nel senso più relazionale del termine con i loro amministrati? Spesso l’obiettivo della comunicazione politica è arrivare ad avere un pezzo di rilievo sulla stampa per controbattere o avere la meglio sull’avversario politico piuttosto che quello di informare e ascoltare tutti gli amministrati per prendere le decisioni sul territorio. Ci si chieda quali strumenti usano oggi gli enti locali e le istituzioni, le categorie, dell’Isola per dialogare con gli amministrati. Altrove esistono casi in cui questa nuova offerta di partecipazione via web è diventata preziosa e sono gli amministratori stessi, sempre attraverso il web, a chiedere ai cittadini di collaborare alle decisioni, perché hanno capito che così diventano più forti credibili e hanno soluzioni a costo zero. In un articolo su Repubblica, Riccardo Luna sostiene che “ Sempre più siti e social network aiutano la creazione di politiche pubbliche. È una rivoluzione. Che ha formato una generazione di cittadini 2.0.” (http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-democrazia-che-nasce-sul-web). E’ un articolo che racconta come la rete web abbia aiutato chi governa con idee, proposte e soluzioni per il proprio territorio, a cambiare la qualità delle decisioni politiche, mettendo in trasparenza i dati pubblici per trovare soluzioni creative. Il fenomeno è studiato dalle università e definito come una specie di rivoluzione che entro il 2020 porterà a forme di cooperazione online che miglioreranno l'efficacia delle istituzioni democratiche nel rispondere alle esigenze dei cittadini. Nel Regno Unito, l’assistente di Cameron annuncia che stanno lavorando per diventare il governo più aperto e trasparente del mondo per innescare una scarica di innovazione sociale e il primo esempio è stato il sito dove discutere come tagliare le spese del bilancio britannico che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone. Negli Stati Uniti stanno studiano nuove forme di partecipazione dal basso attraverso i "civic hackers", esperti di tecnologia con la passione per i valori di condivisione della rete che sognano una nuova politica. Anche l’Italia sta facendo qualcosa in questo senso ma non si tratta del governo italiano che per ora è il grande assente. C’è ancora molta strada da fare per arrivare ai livelli illuminati di ascolto dei governi anglosassoni. Certo sarà bene che da subito si tengano presente le manifestazioni di piazza e le proteste che, grazie anche alla rete, stanno diventando più partecipate e pressanti, che si autoalimentano e si contagiano con velocità inaspettate.


Manifestazione sanità 7 10 2011  6

Manifestazione sanità 7 10 2011 6