Discutendo di parchi in questi giorni abbiamo accennato anche alla situazione particolarmente critica delle aree protette marine, contro cui si accanisce ulteriormente e sorprendentemente la legge in discussione al senato. Ma non tutti sembrano preoccuparsene più di tanto preferendo forse rimandare ad altro momento – ma se non ora quando?-. Aree protette marine significa anche santuario dei cetacei che peggio non potrebbe essere gestito. Ma per qualcuno anche di questo non dovremmo preoccuparci più di tanto almeno al momento. Poi però all’orizzonte spunta il progetto di un impianto eolico a mare di fronte al parco di San Rossore e allora non puoi far finta di niente. L’idea di cui neppure il parco che deve gestire la riserva marina della Meloria, né i sindaci sapevano qualcosa ha suscitato ovviamente immediate reazioni. Si è subito aperta una discussione se le torri vanno sostenute o no. Un po’ meno però è stato colto e valutato in tutta una serie di dichiarazioni anche di parlamentari, che il progetto arriva con il parere favorevole della Capitaneria di Porto di Livorno ma non da quella della Cabina di regia del santuario, le cui ultime notizie risalgono ad un parere striminzito dato a suo tempo e clandestinamente per il rigassificatore. In questo caso la clandestinità è assoluta. Eppure proprio in questi giorni per iniziativa della regione Toscana si è tornati a discuterne anche al Salone nautico a Genova, senza naturalmente alcun rappresentante del ministero che pure proprio nel capoluogo ligure ha la sua sede, criticata sonoramente dal governo francese per la sua totale latitanza. Potrebbe insomma essere anche affittata ombrelloni inclusi. Eppure gli organismi internazionali dall’UNEP, all’UICN, all’ACCBAM l’organizzazione per la protezione dei mammiferi marini premono e stimolano politiche di tutela marina. Lo scorso settembre a Monaco il nostro governo si era impegnato con 100.000 per il monitoraggio aereo dei cetacei che nessuno finora ha visto. Ora, ignorare o lasciar correre che il testo del Senato tra le altre cose prevede l’estromissione delle regioni da qualsiasi competenza in materia di aree protette marine, ossia della presenza più significativa e qualificante nel santuario, non appare davvero la scelta più saggia e opportuna. Comunque deve essere chiaro che la questione del progetto eolico non può essere liquidata sulla base di un si o di un no alle pale. C’è per le istituzioni –le regioni in testa- l’esigenza di chiedere finalmente conto al ministero se intende gestire e come il santuario, cioè l’unica area protetta internazionale gestita da tre paesi sulla base di un voto parlamentare. Anche così va fatta emergere la scelleratezza di escludere le regioni dalle politiche di gestione marino-costiere. E’ vero che siamo in un santuario ma il silenzio sarebbe la scelta meno rispettosa del suo ruolo. Perché è bene non dimenticare che la legge del senato nel comitato nazionale dei parchi ( anche marini) prevede con lo stato solo il CFS e le capitanerie di porto, ma non le regioni e gli enti locali. Lo spiaggiamento delle balene si accompagna a quello del federalismo. Non molto tempo fa la Commissione ambiente della regionale toscana ha deciso di varare un piano ambientale ed energetico regionale che dovrebbe prevedere anche i piani (considerati non sempre appropriatamente di settore) delle aree naturali protette e della biodiversità. Quale occasione migliore per avviare un confronto istituzionale e non solo?
Balena S. Andrea 2011 particolare