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Controcopertina - Dibattito interno alla Quercia: Giovanni Frangioni

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 30 ottobre 2003

Da tempo e con lodevole insistenza, anche all’Elba, si sta tentando, in maniera più o meno velata, di mettere in discussione il ruolo dei partiti. Lo hanno fatto e lo stanno facendo in particolare i movimenti, comitati, laboratori, accompagnati da singoli cittadini interessati a far emergere l’asprezza di giudizio verso i partiti. Come persona che appartiene ai DS rivendico orgogliosamente la storia del mio partito, fatta di tradizioni e valori, che di per sé è già una risposta a chi vuol togliere merito all’azione di un partito. Dire che i partiti non servono è negare la storia e le funzioni che questi hanno avuto. Il riconoscimento nella Costituzione Italiana delle forze politiche è chiaro, perché vi si afferma che i partiti concorrono con metodo democratico a determinare la politica nazionale e necessariamente questo concorso vale anche per le scelte di politica locale. Il fatto di “concorrere” significa, giustamente, che non c’è un compito esclusivo, ma sicuramente fondamentale. Questa sottolineatura forzatamente didattica l’ho fatta per collegarmi a quello che sta avvenendo all’Elba, in particolare a Portoferraio. Io credo che il ruolo ed il compito di un partito non sia quello di schiacciare altre forme di rappresentanza che legittimamente sentono il bisogno di esprimere opinioni, idee per il governo dei paesi e di tutto il territorio elbano, ma sia, laidamente, quello di riconoscere che in altri soggetti, anche se molto diversi da noi, ci sono stimoli e verità, sulle quali è nostro dovere (lo stiamo già facendo) rivolgere la nostra analisi e la nostra comprensione. Quello che non mi sembra corretto è che non si può prendersela una volta con i partiti e l’altra con la politica, come se quelli e questa fossero forma e sostanza da respingere. La politica è materia nobile, è affascinante, è appassionante ed anche faticosa. Il compito dei DS era ed è quello di dare risposte alla complessità dei bisogni che una città esprime, guardando sia agli interessi generali, sia alle particolarità. Niente viene escluso dal nostro modo di intendere l’azione politica. Se però la conservazione, la radicalità e gli atteggiamenti massimalisti si sganciano dal realismo delle soluzioni che la politica invece ci impone, diventano pure illusioni. Allora c’è bisogno di mettere insieme radicalità e passione con un profilo riformista per governare. Ci stiamo interrogando su quale offerta politica proporre a tutto il territorio. Criticare un partito, per me, significa anche offendere e mortificare il suo gruppo dirigente, eletto in maniera democratica nei congressi. Gli organismi dirigenti, quando ci sono nuove proposte e nuove candidature, nei DS e negli altri partiti, vengono cambiati dagli iscritti e non da chi sta fuori. Ma gli attuali gruppi dirigenti DS della zona e delle sezioni si impegneranno, perché questa è una critica che sento di condividere, a rendere più moderno e proficuo il rapporto tra società e cittadini con le istituzioni, rapporto che dovrà essere fondato su impegni concreti che le nuove giunte di centro-sinistra dovranno sottoscrivere. Nel 2004 tra elezioni amministrative ed europee ci sarà la più grande consultazione degli ultimi anni e ritengo che ci sia più che mai bisogno dei partiti e delle forme di nutrimento della politica, quella necessaria, onesta, più responsabile che furba. La dimensione e la complessità dei problemi di oggi, all’Elba come altrove, sono tali che si possono risolvere solo attraverso l’accettazione della “politica” e con essa dei partiti che la esercitano, in maniera seria, concreta e, soprattutto, non demagogica.


ds portoferraio sezione

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